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Giubileo Universale

Città e Territorio


Il 24 dicembre 1724, vigilia del Santo Natale, all'ora del Vespro, alla presenza di cardinali e Vescovi e dignitari ecclesiastici, dei Padri Generali degli Ordini Religiosi e degli Ambasciatori di molti Stati europei, Papa Benedetto XIII apri la porta Santa che introduceva nell' Anno Santo. Nella stessa ora fu aperta la Porta Santa di San Paolo fuori le Mura, di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore. L'Anno giubilare fu celebrato secondo il suo gusto, secondo la sua statura morale: senza grandi parate, senza sfarzo di cortei giubilari, senza luminarie, e senza spreco di denaro. Cancellò il carnevale e abolì il gioco del lotto, decretò anche che gli ecclesiastici di ogni ordine e grado si astenessero dall'uso della parrucca". L'Anno Santo fu molto frequentato. A ricordo dell'Anno Santo, fu aperta in Roma, per suo merito e interessamento, l'imponente scalinata di Piazza di Spagna. Una sua singolarità: Unico Papa: eletto non volle lasciare la sua Diocesi, e da Papa continuò ad essere Arcivescovo di Benevento. E nominava suo sostituto in linea provvisoria "ad pontificalia" Mons. Francesco Antonio Finy. Il 24 marzo 1727, nel tardo mattino partì per Benevento accompagnato dal Suo Maestro di Camera Mons. Francesco Antono Finy, Arcivescovo di Damasco. Un viaggio singolare: preghiera e adorazione del Santissimo Sacramento da Roma a Benevento. Qui consacrò la Chiesa fatta edificare in onore di San Filippo Neri. Il 12 maggio 1727 fece ritorno in Roma e sali nell'Abbazia di Montecassino e consacrò la Basilca. I Monaci vollero ricordare tale avvenimento e Gli eresero una statua, tuttora esistente. Nel 1729 visitò la seconda volta la Sua Arcidiocesi di Benevento : il 5 aprile. E ritornò il 23 maggio 1729. In Roma, in un chiostro, si ritirò in preghiera per riflettere e riposarsi. E subito dopo vita di vero Pastore. Con visite ad ammalati e ad ospedali. Nel febbraio del 1730 in Roma scoppiò una epidemia-influenza, mortale. Fu colpito anche il Papa: era il 15 febbraio 1730.. Pochi giorni e il 21 febbraio 1730, a sera, dopo aver ricevuta l'Unzione degli Infermi, morì. Erano le ore22. Vicario di Cristo in terra per cinque anni, 8 mesi e 23 giorni. Contava 80 anni e 19 giorni. Miei Carissimi Amici, ecco Gravina. Tutto il mondo Cattolico punta il suo sguardo su questo rarissimo e glorioso Pontefice.. Non vogliamo vantarci, ma come sempre, con documenti alla mano, senza denigrarsi, conoscere prima e rendere testimonianza alla verità. Ciò che questa sera abbiamo detto, avevamo già tutto pronto e divulgato nel 1980, quando, sotto lo incoraggiamento e la Guida del grande nostro Vescovo, Salvatore Isgrò, scrissi la prima edizione della biografia, facendo conoscere a Gravina il più grande dei Suoi Figli in campo religioso e culturale: Papa Benedetto XIII, nel 250 anniversario della Sua morte. Si organizzò un numeroso pellegrinaggio, con diversi pulman in Roma, nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, dove è sepolto, per sua scelta, nella cappella di San Domenico, sulla sinistra dell'altare maggiore: Santa Messa solenne e subito dopo in piazza San Pietro partecipammo alla Udienza Pontificia, con un particolare saluto e augurio del Papa Giovanni Paolo II. Una giornata indimenticabile! Nel 1990 dovetti pubblicare la seconda edizione della biografia, con la presentazione di S.E. Mons. Benigno Luigi Papa, attuale Arcivescovo di Taranto e la terza edizione nell' anno Giubilare del 2000, con la presentazione dell'Arcivescovo di Sassari, Mons. Salvatore Isgrò e la recensione del giornalista del quotidiano Vaticano: L'Osservatore Romano", Giampaolo Mattei. Il nostro Papa ci invita a conoscere altri personaggi illustri della nostra città. Con tutta sincerità, dobbiamo cambiare mentalità, e convincersi di non essere i possessori assoluti della verità e di inzitaive. Nelle diverse biografie scritte, con documenti alla mano, ho sempre chiamato le cose per nome. Scrivendo di Papa Benedetto, oggi non trovo espressioni per descriverLo per bene. Un papa, sino ad ora, insuperato.La Sua morte fu veramente un lutto universale e mai, nessun Papa, sul letto di morte, è stato così frequentato, non solo, ma addirittura, spogliato delle Sue vesti con tagli di stoffa: La gente staccava pezzi di vestito, e si fu costretti a rafforzare la guardia d' onore. Una pantofola di Papa Benedetto finì a Insbruch, ed è conservata nel Museo Ferdinandeo. Il tutto non è mai toccato a nessun altro Papa. Questa storia dovrebbe essere conosciuta da chi ama veramente il nostro Grandissimo Papa, veramente gloria e vanto della nostra città. Conoscere la propria famiglia per amarla e aiutarla di più! Miei carissimi Amici: Davvero un Uomo di Do veramente singolare. Altrove che cosa non avrebbero ideato? Non si tratta di piangersi addosso. Spesso si critica per sentito dire. Questo lo si fa o lo si giudica, quando si è poveri di niziative e ciò che si è incapaci di produrre, vedendolo attuato da altri, si usa la denigrazione e la noncuranza. Ricordo il grande Padre, Maestro, Mons. fra Giovanni Maria Sanna.. Son stato Suo chierichetto, mi ha dato la Prima Comunione, mi ha benedetto la talare che porto tutt'ora, mi ha dato i primi due ordini Minori. Nel 1953 si ritirò nel Convento di San Felice dove era assistito dalla Sua Congregazione. Nel 1955 fui ordinato Sacerdote da Mons. Forzoni e Questi il 7 ottobre 1955 mi chiamò a reggere la Parrocchia "Madonna della Grazia". Frequentavo sempre San Felice e Mons. Sanna mi invitava a visitarlo nel pomeriggio, perchè cieco, non poteva leggere e io leggevo un libro:i Soliloqui di San Bonaventura. Poi, dopo la lettura ,mi faceva chiudere il libro e mi narrava gli eventi della Sua vita di Vescovo in Sardegna e a Gravina. Una vita di missione ma anche di calvario. Poi, mi prendeva le mani, le stringeva con le sue e mi diceva: "Angelo, ricorda: Gravina è posseduta dal diavolo". Il tutto non è piangersi addosso, ma narrazione di vita vissuta! Ieri, come oggi. Putroppo ciò che domina oggi a Gravina è l'invidia, a tutti i livelli. Nessuno deve fare un passo più avanti. Ecco le nostre guerre quotidiane! La trascuratezza che domina! La noncuranza per i poveri, per iMalati, per Gli Anziani, a tutti i livelli, e perché? Perché Cristo è stato bandito dai nostri luoghi. Sacramenti abbandonati, S. Messa trascurata, senza sapere quando comincia e quando finisce. Il nostro attuale papa, Benedetto XVI, giovedì scorso, 11 marzo 2010 ha parlato alla Penitenzieria Apostolica: "E'necessario instaurare con le persone un vero dialogo di salvezza". Ai Sacerdoti: "Torniamo al confessionale. Come luogo in cui abitare più spesso, è perchè il fedele possa trovare misericordia". Esortazione di oggi, predette secoli fa dal nostro impareggiabile Padre Vescovo - Papa Benedetto XIII. Nella Sua vita non fece altro che assomigliare nel modo migliore a Gesù per essere sempre nuovo, sempre moderno. E' stato scritto, ed è vero: "Un prete Vero, un Vescovo Vero, un Papa Vero non muore, se non, nella misura con la quale si è distaccato dall' eterno suo sacerdozio, per impegni che non siano "con Cristo". Molto bene diceva del Papa Benedetto XIII il 24 febbraio 1980, S.E. Mons. Giuseppe Vairo Arcivescovo metropolita di Potenza, già Vescovo della nostra Diocesi di Gravina negli anni 1962 - 70, e chiamato a Gravina da S.E. Mons. Salvatore Isgrò per celebrare e ricordare i 250 anni della morte del Papa gravinese: "Il suo impegno per il servizio della Chiesa è stato senza riserve. Ha difeso la Sua Chiesa della quale era Capo Supremo, la sua dottrina, ha rinnovato i costumi, ha dato un volto nuovo alla Sposa di Cristo. Le ombre che si vedono in materia politica nel suo pontificato, non compromettono affatto la sua rettitudine. Perciò mentre noi ci inchiniamo dinanzi alla Santità di questo religioso e Pastore, di questo Pontefice, noi umilmente ne riconosciamo i limiti e dagli stessi limiti sappiamo apprederne una lezione per la nostra stessa vita. Possa la Chiesa gravinese crescere nella conoscenza del Vangelo di Cristo e possa testimoniarLo con una degna condotta di vita". Miei Carissimi Amici Gravinesi: Ecco alcuni accenni del nostro più grande e importante concittadino. Oggi, come ieri, è il nostro insuperato Maestro, Guida, Conforto, vero punto di riferimento. La vita che viviamo è molto scabrosa, diffidente, invidiosa. Rifiutiamo di agire e prodigarci per il bene della città. Gravina, culla di Genii e di Santi. Amiamo, dico da tempo, sciupare la nostra vita prendendo in fitto chianche di piazza. Per tanti la vita è fallimento, è invidia per chi rifiutale chianche di piazza. Nei tempi trascorsi molti nostri vescovi scrivevano al Papa: Gravina non è seconda a nessuna. E oggi? L'opposto! Gravina è la cenerentola di tutti! Coraggio! Il tempo è galantuomo! E' vero: denaro e affetti non hanno parenti! Ognuno nel proprio campo! Perdoniamo chi ci ha fatto e ci fa del male, dispetti, inganni, soprusi, ricatti. Preghiamo e affidiamoci alla Nostra Madonna della Grazia, che ci faccia la Grazia di essere suoi figli.
Mons. Angelo Casino

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