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1725 Anno Giubilare

Città e Territorio


La sua elezione fu davvero un Giubileo Universale di consensi non solo da parte cattolica ma anche da parte non cattolica. Tutti esaltavano la Sua vera cultura. Per molti era l'esempio di tutti i Vescovi, per altri la perfetta
idea dell'Apostolo. Ovunque festa. Festa di ringraziamento al Signore per il grande dono fatto alla Chiesa Cattolica e al mondo intero. A Napoli, oltre ventimila popolani, narrano le cronache, si raccolsero intorno ad un grande ritratto del papa, ancora cardinale, lo inalberarono e si avviarono verso il palazzo reale, gridando a squarciagola. "Viva il papanostro, viva il papa Santo, Viva il Santo"! Anche Gravina fu presente in quella grande manifestazione di gioia e di gloria. Nel giorno della Incoronazione Gravina era rappresentata dal Mons Fr. A. Finy e da Mons. Antonio Punzi, Vescovo di Ascoli Satriano. La sua giornata: molto semplice e senza precedenze. Proibì agli ecclesiastici di inginocchiarsi dinanzi a Lui; faceva sedere i Vescovi accanto a lui nelle udienze. La Sua Casa era il Quirinale. Un palazzo per lui di gran lusso. Preferiva il Vaticano. Spogliò la stanza di tutte le sue preziose suppellettili. Abolì la guardia del corpo, e licenziò molti camerieri di onore. La sua prima passeggiata fu diretta all'ospedale di Santo Spirito ove amministrò l'unzione ad un moribondo,. Visitava ammalati in casa, senza codazzo, facendo spesso catechismo ai bambini. Confessava come un semplice Parroco, insegnava più con la vita pratica che con le parole. Il PRIMO PAPA in confessionale. E' stato il precursore di tutte le attività pastorali, convinto sempre che il Vero Pastore vive per, con ,tra il suo gregge. Passeggiata quotidiana, recitando il Santo Rosario, avvicinando tutti con gioia di vero Padre. Frequentava gli ospedali, visitava i malati. Chiedeva delle loro esigenze, e spesso, si presentava all'improsvviso all'ora di pranzo e assaggiava il pranzo. Qualche volta, la cucina veniva ripetuta e anche sostituiti gli nfermeri, dicendo che ogni malato è il Papa. Uomo di penitenza e di sacrifici. Non mai carne né tanto meno il vino. Il grande scrittore Ludovico Muratori in un suo scritto riporta: "….si videro anche relazioni di grazie concedute da Dio per intercessione di questo Santo Pontefice, tanto in vita che dopo morte". Visitava le carceri, conversava con i detenuti, rivolgendo parole di conforto e invitandoli a pentirsi. Per Lui consacrare un altare era fare catechismo; istruiva il popolo, perché digiuno della verità evan- gelica. Le Sue benedizioni e Consacrazioni non erano chiassate ed altro, ma catechesi. Ricordava bene la vera missione del Pastore: Catechesi, quindi governare. Insegnava San Carlo Borromeo: "Le anime si guadagnano in ginocchio"!
Mons. Angelo Casino

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