Viene Colui che è la Vita
Politica e cultura
Pagina a cura di Vito Raguso
Siamo alla vigilia del Natale e la pagina del vangelo secondo Matteo narra la vocazione di questi due giovani, Giuseppe e la sua sposa Maria, sui quali ha messo gli occhi il Signore. Sono già sposati, la prima fase del matrimonio ebraico, che non prevedeva però la convivenza, in attesa, dopo massimo un anno, di andare a vivere insieme. Il mistero dell’Incarnazione si situa e s’incunea proprio in questa fase, in modo che lo Spirito adombri Maria sposa, difendendola da ogni possibile accusa e chiamando Giuseppe a essere realmente padre e custode del Bambino divino. Matteo annota che Giuseppe è un “uomo giusto”, per dire non tanto giusto secondo la legge (avrebbe dovuto denunciare la sposa e non solo non lo fa ma credo non l’abbia mai pensato, visto il loro amore), quanto per affermare che Giuseppe “è giusto” davanti a Dio: egli, insieme a Maria sua sposa, desiderano compiere la volontà di Dio in tutto. Giuseppe ha compreso nella forza dello Spirito Santo che sta operando il Signore nella loro vita, ecco perché vorrebbe fare un passo indietro, lasciando che Dio operi come crede. E Lo sforzo di Giuseppe è di cogliere il progetto divino e “mentre rifletteva su tali cose”, dunque è in uno stato di ricerca, è poi Dio stesso che interviene inviandogli in sogno (= la piccola profezia) un angelo a rassicurarlo che tutto viene dall’Alto, dunque accolga pure la sua sposa e il Bambino. Maria ha dato la “carne umana” al Figlio di Dio ed ella è la carne dio Giuseppe, per cui questi è davvero il padre di Gesù, pur non essendo genitore. L’angelo comunica anche il nome da dare al Bambino e questo nome indica che è Dio la salvezza del popolo e di tutti. Giuseppe, svegliatosi, obbedisce in tutto: egli è il “facitore” di Dio e il patriarca di tutta la Chiesa, ecco perché Papa Francesco ha chiesto ai sacerdoti di citarlo sempre nella Messa accanto a Maria, sua sposa.