Uno spaccato di storia sociale, il funerale a Gravina
Città e territorio
C'è la storia antica, quella moderna, contemporanea, economica, medievale e così via. Interessante è anche la storia sociale di una comunità. La storia che si occupa delle tradizioni popolari, di come si nasceva o di come si moriva nei tempi andati. Di come si nutrivano i bambini e di come si univano in matrimonio le coppie. La storia sociale di un popolo è storia di grande solidarietà umana, di rispetto delle regole della convivenza civile. Storia sociale che ci umilia e ci sprona al tempo stesso per un reale cambiamento. Ci incoraggia ad amare la vita, a riflettere sui nostri comportamenti nei momenti di gioia e nelle situazioni di sofferenza. Bene ha fatto un nostro concittadino, Izio Laico, a postare sul social network una serie di fotografie d'epoca. Ecco il funerale di una volta: corteo funebre, con regolare "laccio" e percorso obbligato, dall'abitazione del defunto passando da porta San Michele, per via Matteotti fino a sotto l'Arco di Sant'Agostino, per poi proseguire su via San Sebastiano. E con i "saluti" e "sciogliete le righe" all'imbocco di Via Loreto. E il funerale di un bambino era un evento: tutti per le strade a vederlo, con quei bimbi che accompagnavano il feretro con enormi fasci di fiori bianchi. Tutto appariva "bello", anche un funerale. C'erano anche "funerali con il rito civile", senza passare dalla chiesa per la messa e senza il prete. ma con la banda del paese che eseguiva strazianti marce funebri e inni di partiti politici, specie se il "morto" era un comunista o socialista. C'era anche il servizio fotografico. Quando passava un funerale si abbassavano le saracinesche degli esercenti le attività, per rispetto e per solidarietà alla famiglia. C'è chi ricorda che ai funerali di un tempo partecipavano, su invito, le orfanelle di San Domenico, o quelle di 'droit a frousc' (Suore di casa Loglisci, oggi sede del seminario vescovile diocesano) mentre gli orfanelli "d'abbasc a Crist" aprivano il corteo.Più si era ricchi e più orfanelli si invitavano al corteo, dietro obolo volontario della famiglia o dei parenti del defunto. Lo status sociale dell'estinto caratterizzava il corteo. Infatti si notavano e si contavano le auto completamente rivestite da un panno nero che chiudevano il corteo. Tutta via S. Sebastiano assumeva una grande importanza strategica per i cortei funebri. Quel corso si prestava, con i suoi balconi fioriti, al "godimento" di quell'evento irripetibile, di forte commozione e partecipazione del popolo gravinese per l'addio di un suo concittadino. Ricordi d'altri tempi di una storia sociale di tutto rispetto.
Michele Gismundo