Le tre regole indicate da Giovanni per cambiare
Politica e cultura
Altare di san Giovanni Battista, Giovanni del Biondo, Collezione
Contini Bonacossi (Uffizi), Firenze
Le folle interrogavano Giovanni. Va da lui la gente che non
frequenta il tempio, gente qualunque, pubblicani, soldati; vanno da quell'uomo
credibile con un'unica domanda, che non tocca teologia o dottrina, ma va
diritta al cuore della vita: che cosa dobbiamo fare?
Perché la vita non può essere solo lavorare, mangiare, dormire,
e poi di nuovo lavorare...
Tutti sentiamo che il nostro segreto è oltre noi, che c'è
una vita ulteriore, come appello o inquietudine, come sogno o armonia. Una
fame, una voglia di partire: profeta del deserto, tu conosci la strada?
Domandano cose di tutti i giorni, perché il modo con cui
trattiamo gli uomini raggiunge Dio, il modo con cui trattiamo con Dio raggiunge
gli uomini. Giovanni risponde elencando tre regole semplici, fattibili, alla
portata di tutti, che introducono nel mio mondo l'altro da me. Il profeta
sposta lo sguardo: da te alle relazioni attorno a te.
Prima regola: chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne
ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto. Regola che da sola basterebbe a
cambiare la faccia e il pianto del mondo.
Quel profeta moderno che era il Mahatma Gandhi diceva: ciò che
hai e non usi è rubato ad un altro. Giovanni apre la breccia di una terra
nuova: è vero che se metto a disposizione la mia tunica e il mio pane, io non
cambio il mondo e le sue strutture ingiuste, però ho inoculato l'idea che la
fame non è invincibile, che il dolore degli altri ha dei diritti su di me, che
io non abbandono chi ha fatto naufragio, che la condivisione è la forma più
propria dell'umano.
Vengono ufficiali pubblici, hanno un ruolo, un'autorità: Non
esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato.
Una norma così semplice da sembrare perfino realizzabile,
perfino praticabile: una insurrezione di onestà, la semplice rivolta degli
onesti: almeno non rubate! Vengono anche dei soldati, la polizia di Erode:
hanno la forza dalla loro, estorcono pizzi e regalie; dicono di difendere le
legge e la violano: voi non maltrattate e non estorcete niente a nessuno. Non
abusate della forza o della posizione per offendere, umiliare, far piangere,
ferire, spillare soldi alle persone.
Niente di straordinario. Giovanni non dice "lascia
tutto e vieni nel deserto"; semplici cose fattibili da chiunque: non
accumulare; se hai, condividi; non rubare e non usare violenza.
Il brano si conclude con Giovanni che alza lo sguardo: Viene
uno più forte di me e vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. È il più forte
non perché si impone e vince, ma perché è l'unico che parla al cuore, l'unico
che "battezza nel fuoco". Ha acceso milioni e milioni di vite, le ha
accese e le ha rese felici. Questo fa di lui il più forte. E il più amato.
Ermes Ronchi, novena.it