L'opera del Signore è nutrire la vita
Politica e cultura
“Miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci”
(VI° sec.), Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Ravenna
Gesù ha appena compiuto il “segno” al quale tiene di più, il
pane condiviso, ed è poi quello più frainteso, il meno capito. La gente infatti
lo cerca, lo raggiunge e vorrebbe accaparrarselo come garanzia contro ogni fame
futura. Ma il Vangelo di Gesù non fornisce pane, bensì lievito mite e possente
al cuore della storia, per farla scorrere verso l'alto, verso la vita
indistruttibile.
Davanti a loro Gesù annuncia la sua pretesa, assoluta: come
ho saziato per un giorno la vostra fame, così posso colmare le profondità della
vostra vita! E loro non ce la fanno a seguirlo. Come loro anch'io, che sono
creatura di terra, preferisco il pane, mi fa vivere, lo sento in bocca, lo
gusto, lo inghiotto, è così concreto e immediato.
Dio e l'eternità restano idee sfuggenti, vaghe, poco più che
un fumo di parole. E non li giudico, quelli di Cafarnao, non mi sento superiore
a loro: c'è così tanta fame sulla terra che per molti Dio non può che avere la
forma di un pane.
Inizia allora un'incomprensione di fondo, un dialogo su due
piani diversi: Qual è l'opera di Dio? E Gesù risponde disegnando davanti a loro
il volto amico di Dio: Come un tempo vi ha dato la manna, così oggi ancora Dio
dà. Due parole semplicissime eppure chiave di volta della rivelazione biblica:
nutrire la vita è l'opera di Dio.
Dio non domanda, Dio dà. Non pretende, offre. Dio non esige
nulla, dona tutto. Ma che cosa di preciso dà il Dio di Gesù? Niente fra le cose
o i beni di consumo: «Egli non può dare nulla di meno di se stesso. Ma dandoci
se stesso ci dà tutto» (Caterina da Siena).
Siamo davanti a uno dei vertici del Vangelo, a uno dei nomi
più belli del Signore: Egli è, nella vita, datore di vita. Il dono di Dio è Dio
che si dona. Uno dei nomi più belli di Gesù: Io sono il pane della vita. Dalle
sue mani la vita fluisce illimitata e inarrestabile. Pietro lo confermerà poco
più avanti: «Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che fanno viva la
vita». Che danno vita a spirito, mente, cuore, agli occhi e alle mani.
L'opera di Dio è una calda corrente d'amore che entra e fa
fiorire le radici di ogni essere umano. Perché diventi, come Lui, nella vita
donatore di vita. Questa è l'opera di Dio, credere in colui che Egli ha
mandato. Al cuore della fede sta la tenace, dolcissima fiducia che l'opera di
Dio è Gesù: volto alto e luminoso dell'umano, libero come nessuno, guaritore
del disamore, che ti incalza a diventare il meglio di ciò che puoi diventare.
Nessun aspetto minaccioso in lui, ma solo le due ali aperte
di una chioccia che protegge e custodisce i suoi pulcini (Lc 13,34), e li fa
crescere con tenerezza combattiva, contro tutto ciò che fa male alla vita.
Ermes Ronchi novena.it