L’antico seminario diocesano di Gravina
Città e territorio
Il Concilio di Trento (1545 -1563 ) fu la grande risposta della Chiesa Cattolica al protestantesimo.
Tale risposta venne attuata a vari livelli, per cui si può parlare di Riforma Cattolica a livello morale e spirituale, e di Controriforma a livello di repressione nei confronti della diffusione di dottrine contrarie alla Fede Cattolica.
Nell'ambito della riforma a livello morale e spirituale subito dopo il Concilio di Trento sorsero i Collegi dei Gesuiti e i Seminari per la formazione del clero. Questi dovevano sorgere nelle sedi episcopali con l'obbligo di residenza per i vescovi che dovevano esercitare su di essi un rigoroso controllo. Quindi per disposizione del Concilio di Trento la sede del seminario era anche la sede naturale del Vescovo.
Uno dei frutti principali del Concilio di Trento fu senz'altro l'istituzione dei Seminari per il grande beneficio spirituale che arrecò alle Diocesi.
Se poi consideriamo che a quei tempi chi voleva studiare, avendone possibilità e capacità, si rivolgeva ai Seminari e aveva tutto il tempo di orientarsi per diventare sacerdote o per indirizzarsi ad altre discipline nelle università come quella di Napoli dove hanno continuato i loro studi molti personaggi di fama della nostra città.
Quello dei Seminari è da ritenersi un beneficio educativo che, oltre ai chierici, si estendeva anche ai laici i quali potevano avvalersi della cultura e dell'educazione ivi impartita per diventare guide ben preparate nelle amministrazioni delle città.
Lo stesso Papa Pio IV diede l'esempio, aprendo a Roma il suo Seminario e suo nipote Carlo Borromeo (divenuto poi san Carlo Borromeo) già l'anno precedente all'apertura del seminario romano ne aveva istituito uno a Milano; poi ne sorsero altri, come a Rieti, a Camerino, a Montepulciano e in altre diocesi più piccole, tra cui Gravina, allora suffraganea di Acerenza.
E' detta suffraganea quella diocesi che fa parte di una provincia ecclesiastica, come capitò alla diocesi di Gravina che divenne tale il 13 aprile 1068 quando papa Alessandro II emanò una bolla, diretta ad Arnaldo, arcivescovo di Acerenza, con la quale istituiva una nuova provincia ecclesiastica comprendente, fra le altre, le diocesi di Venosa, Potenza, Tricarico, Montepeloso, Gravina, Matera, Tursi, Latiniano, San Chirico, Oriolo, tutte dipendenti da Acerenza.
Il seminario di Gravina fu il primo non solo nell'arcidiocesi di Acerenza, ma anche in terra di Bari e in tutto il Sud. Nel 1596, il seminario risulta costruito nel quartiere "Inferno", a ridosso delle mura che cingevano la piccola città di allora, nei pressi della porta secondaria della città, tra "porta di sopra" (porta dell' Aquila) e "porta reale" (oggi porta di San Michele). La via in cui venne costruito il seminario prese il nome di via "Aquila piccola" in quanto sulla facciata vi era impresso lo stemma episcopale di mons. Vincenzo Giustiniano riportante un'aquila reale ad ali spiegate su tre torri in dimensioni ridottissime rispetto alle dimensioni ingigantite dello stesso stemma che notiamo sulla facciata della chiesa Santa Maria delle Grazie, eretta dallo stesso Vescovo.
Ecco perché l'antico seminario si chiamò "Seminario Giustiniano" perché fu questo grande vescovo a volerlo con tutte le sue forze e a farvi imprimere il suo stemma episcopale. Nella primissima fase della sua istituzione, nel seminario, si insegnavano la lingua latina, le lettere umane, filosofia, teologia e canto gregoriano. In seguito si aggiunsero altre discipline.
Le vicissitudini del nostro antico seminario, nei secoli successivi, sono tali e tante, con alterne vicende, positive e negative, che non è nostra intenzione raccontarle in questo breve lavoro.
Qui si vuole soltanto evidenziare le origini di questa "gloriosa istituzione" e chiarire l'origine del termine toponomastico "Seminario Giustiniani".