Il trainiere - u trainjr
Città e territorio
Molti sono stati i gravinesi che hanno svolto con serietà, sacrificio e impegno il faticoso mestiere del trainiere. Il trainiere - u trainjr, era la persona che conduceva il traino (u train) adibito al trasporto di merci e persone. I contadini lo usavano per raggiungere le campagne, oppure quando erano costretti a raggiungere paesi più lontani. In campagna il traino (u train) veniva utilizzato per trasportare i sacchi di grano dalla campagna al mulino o a casa del contadino, veniva utilizzato per il trasporto della paglia ricavata dalla mietitura per permettere di foraggiare i cavalli durante tutto l'anno. Veniva utilizzato anche quando le famiglie cambiavano casa, cioè sloggiavano dalla vecchia abitazione per raggiungere la nuova. Durante il periodo della vendemmia vi era chi collocava ai lati del traino "le sponde" e così poteva trasportare anche l'uva delle campagne ai diversi palmenti. Il trainiere lo si incontrava per le strade cantando e ritmando alcune canzoni, con una frusta, "u scrusciout", che di tanto in tanto faceva schioccare con vera maestria. Tutta un'altra cosa era invece la carrozza (la carrozz), il mezzo di trasporto usato dai benestanti e dai galantuomini (jalandumn) per trasportare persone. Un altro mezzo utilizzato era il calesse u (charabal), guidato dal cocchiere (u cucchjr), ad uso personale del proprietario terriero. Il traino aveva un costo e non tutti avevano la possibilità di possederlo e pertanto era possibile prenderlo in fitto quando era necessario. Altre spese gravavano sul trainiere o sul proprietario del traino, per la manutenzione ordinaria e quella straordinaria, come ad esempio mettere il grasso all'asse delle ruote (a 'ngrassè 'l rout pu 'seiv), mettere a puntino il freno sulle ruote (la mart'llin), pitturare le ruote con il minio per renderle più resistenti alle intemperie, la cura del legno che componeva il cassone del traino, nonché la luce (u lampoir) posto sotto il cassone per rendere visibile la presenza del traino durante i viaggi notturni. Altro arnese necessario al trainiere era il secchio dell'acqua (u succhj), che veniva riempito d'acqua nei pressi di una sorgente (pilacci), dai cosiddetti pozzi (u pizz) ,dislocati in alcune campagne che serviva a far bere l'animale. Per i viaggi lunghi il trainiere portava con se anche il pane e il companatico (formaggio, pomodori, olio, sale, ecc), in un fagotto di tela, (la v'sazz).
Il conduttore del traino era lo stesso contadino, ma spesso era uno che faceva solo quel mestiere che si rendeva disponibile a ogni esigenza di trasporto. Aveva una frusta (u scrusciot), maneggiato con la mano destra, per dare un incitamento all'animale di proseguire nell'andatura. Il trainiere aveva cura anche per i finimenti (l'uard'mind) del cavallo, l'obbligo di lustrare gli anelli metallici e le fibie , addobbare l'animale con i nastri e i campanelli, nonché curarne gli zoccoli. Un "grande amico" del trainiere era il cane (u coin), un volpino che in genere seguiva il percorso del traino e ne allertava i pericoli o la presenza di persone non conosciute. I traini, la sera, si "parcheggiavano" vicino l'abitazione dei trainieri, negli slarghi del centro storico. Se non c'era posto vicino casa, a Gravina ad esempio, venivano sistemati lungo via Fontana La Stella, a ridosso di Porta dell'Aquila. Tutti i traini ormai sono scomparsi.