Il senso della vita
Politica e cultura
The Tree of Life (traduzione letterale: L’albero della vita) metafora di “Il senso della vita”
Regia: Terrence Malick.
Attori: Brad Pitt, Crystal Mantecon, Fiona Shaw, Jackson Hurst, Jessica Chastain, Sean Penn.
Anno: 2010
Il film è stato distribuito dopo un'attesa di quasi due anni (la sua uscita era inizialmente prevista per il dicembre 2009). È stato presentato in concorso al 64º Festival di Cannes, nel maggio 2011, dove ha vinto la Palma d'oro per il miglior film.
Terrence Malickè cresciuto in una fattoria. E ci ha anche lavorato, prima di iscriversi a Harvard per studiare filosofia. Si è poi iscritto al Magdalen College di Oxford, ma ha mollato prima di finire la tesi per una divergenza con il suo relatore. È dunque tornato negli Stati Uniti, dove ha insegnato filosofia al M.I.T., lavorando contemporaneamente come giornalista freelance a Newsweek, Life e al New Yorker prima di tentare la strada del cinema.
Il suo linguaggio poetico, sussurrato, costruito su voci fuori campo oniriche. un filosofo del cinema che fa del suo lavoro un'arte, al di là delle mode.
Nei vent'anni di pausa dal cinema, Malick ha insegnato filosofia a Parigi dal 1979 al 2004.
È anche un fan di Totò. Malick lo ha dichiarato durante una sua rarissima apparizione di fronte al pubblico del Festival di Roma nel 2007. “Sono un grande fan di Totò, il suo volto irradia un amore speciale, gioia e felicità, come Roberto Benigni. Benigni è il vero erede di artisti come Totò e Charlie Chaplin”.
Trama del film:Jack O'Brien è un ragazzo del Texas. Gli O'Brien sono una famiglia di ceto medio e rigorosamente cristiana degli anni cinquanta. Il padre dà ai figli un'educazione severa per insegnar loro ad avere successo nella vita, pretendendo da loro che non abbiano comportamenti che, a suo parere, solo gli adulti possono avere. Egli impone duramente il proprio modello educativo ai figli e, spesso, li punisce fisicamente, causando profondo scontento alla moglie con cui pure discute violentemente, accusandola di essere una donna debole. La madre, invece, insegna continuamente ai figli il valore dell'amore e dei sentimenti, condivide con loro momenti di struggente dolcezza. Nella mente di Jack i genitori simboleggiano la natura (il padre), che è violenta e vive solo per dominare, e la grazia (la madre), che invece è la via dell'obbedienza e del sacrificio.Jack, divenuto adolescente, rinnega l'esistenza di Dio, giunge a desiderare la morte del padre ed intraprende un percorso interiore naturalmente confuso. La morte del fratello alla prematura età di diciannove anni determina un ulteriore disagio nel suo stato di angoscia e incertezza. Una volta divenuto adulto, Jack non riesce a trovare il senso della propria esistenza: il suo tormentato pensiero fluisce come un "io narrante" continuamente in cerca di risposte. Sono per lui dolorosi i ricordi dei genitori, l'impossibilità di essere stati veramente felici, il mancato dialogo con loro che ora per lui è diventato un doloroso rimpianto.
Tematiche: Alla signora O'Brien viene fatta ripetere la frase di Tommaso D'Aquino secondo la cui filosofia "vi è una via della natura e una via di grazia". Il tema fondamentale del film, all'interno del quale il regista texano utilizza ancora una volta la voce fuori campo, diventata un suo segno distintivo, è la ricerca del senso della vita. Esso viene affrontato giustapponendo immagini e riprese di accadimenti dello spazio (pianeti, stelle e galassie), scenari naturali incontaminati dall'uomo (deserti, oceani, vulcani persino l'evoluzione della terra primigenia e i dinosauri, che Dio avrebbe fatto estinguere per fare posto all'amato uomo), ricostruzioni dell'"infinitamente piccolo" (immagini al microscopio elettronico di movimenti cellulari) e le vicende della famiglia protagonista.
Altro tema evidente del film è il complesso di Edipo, atteso il legame quasi simbiotico di Jack con la madre e il contrasto, che si spinge fino a sognarne la morte, con il padre. Le due figure rappresentano nella mente di Jack i due poli ideali dell'educazione, tra la vita secondo natura (simboleggiata dal padre) e la grazia (rappresentata della madre). Il primo modello è quello della lotta per la sopravvivenza, il secondo quello dell'amore disinteressato. La madre insegna a vivere ogni momento della vita quotidiana e a coglierlo nella sua bellezza e unicità. Il padre vuol far capire ai figli che le maniere forti sono l'unica soluzione per andare avanti in un mondo cattivo, dove fatalità e morte regnano sovrane.
Nel corso del film compaiono riferimenti alla religione cristiana e in particolare al Libro di Giobbe nel quale l'uomo si interroga sul senso del dolore. A tal proposito è significativa la frase di apertura “Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della Terra?” (Gb 38,4), che rimanda a questo testo sacro e l'omelia al funerale dell'amico, nella quale il sacerdote fa riflettere i fedeli proprio sul significato e la ineluttabilità della sofferenza nella vita umana. La sequenza della storia dell'universo con la lotta per la sopravvivenza dei primi animali (e un primo episodio di pietà, quando l'animale preistorico "grazia" la sua preda) si mette a confronto con la storia di alcuni esseri umani (in questo caso la famiglia O'Brien) che nei tempi antichi si sono evoluti da una situazione primordiale. Il film infatti, oltre a trattare temi come la morte, l'aldilà, la nascita, l'infanzia, l'adolescenza e la mentalità del mondo contemporaneo, mette in luce una riflessione sull'evoluzione del macrocosmo dell'universo e dei microcosmi costituiti dal nucleo familiare e dalla mente di Jack.
Il film si conclude con la riconciliazione non solo di Jack con la lezione del padre e della madre e la elaborazione del lutto per la morte del fratello, ma anche con l'armonizzazione di Natura e Tecnologia, simboleggiate dalle tre immagini finali in sequenza dei girasoli nel silenzio, delle vetrate dei grattacieli di Houston che riflettono un cielo puro e delle nubi e in un ponte, che idealmente conduce verso il tramonto.
L'ultima immagine sui titoli di coda, quella di una fiamma nell'oscurità che lascia aperta la porta alla interpretazione dello spettatore (si potrebbe interpretare come l'immagine di Dio, lo Spirito, la Speranza, la Via di uscita, la Meta).