Il lattaio - "u lattoir"
Città e territorio
Per le vie di Gravina girava addirittura con le pecore e le capre al seguito quel vecchio lattaio, "F'lipp u surd". Era il lattaio del paese, da una vita. Erano gli anni del dopoguerra. E la povertà si faceva sentire in tante famiglie di gravinesi. Un quinto, mezzo quinto, un quarto. Forse mezzo litro di latte. Continuava così il suo lavoro, con abili mani, quel lattaio. Svolgeva il suo quotidiano lavoro nel silenzio e nella quiete delle prime ore del mattino. Con quelle pecore e quelle capre al seguito, docili, che si facevano mungere, in paese, nei rioni più popolosi. Ed erano proprio i bambini ad incontrarlo per strada, muniti di quei piccoli recipienti di terracotta o di alluminio. Il latte appena munto era caldo. Si beveva così. Si versava lentamente, generoso di bianco, morbido e di un profumo intenso, naturale, invogliante alla sete. Non era scontato in quegli anni avere il latte appena munto a disposizione per la prima colazione. Quello del lattaio era un mestiere d'altri tempi, molto importante, molto faticoso. Il lattaio del paese aveva la pelle screpolata, escoriata dal freddo e dai lavori nei campi e nella stalla. Le dita gonfie, di stanchezza e dal gelo, d'inverno. Ma aveva la forza di chi vive il lavoro come gioia di cominciare una nuova giornata, per quanto faticosa e dura da sostenere; aveva negli occhi sferzati dalla tramontana, rossi, lacrimosi e socchiusi dal tempo, la serenità di un uomo che vive il senso immenso di una missione, quasi, di un dovere che è al primo posto tra i suoi valori. Amava il suo mondo, il lattaio, i sacrifici che ne facevano parte, le levatacce ogni mattina prima del sorgere del sole, i pascoli nelle campagne con la pioggia, il sole d'agosto, la nebbia e le gelate invernali. Le famiglie ponevano molta attenzione verso il lattaio. Gli veniva riconosciuta tanta dignità. Non tardò l'avvento della bicicletta per il trasporto del latte. Così il lattaio continuava a girava per le case, di buon mattino, per lasciare nelle bottiglie o in appositi contenitori la quantità di latte richiesta. I bambini di quegli anni erano tutti curiosi, guardavano i bidoncini di alluminio appesi a quella vecchia bicicletta arrugginita, dalla sella enorme, scucita e stracciata in più punti, dai raggi delle ruote storti e dal campanello indeciso, spesso sordo o scordato. Erano gli anni della solidarietà sociale e della collaborazione tra le famiglie dei gravinesi. Fino agli anni '50 - '60 non esisteva la vendita del latte ovino presso le latterie, negozi alimentari o supermercati; il mestiere di lattaio vide la sua massima fioritura specialmente nel dopoguerra quando il lattaio ambulante era quasi sempre un pastore. Il mestiere di lattaio si ricorda anche come "mestiere in bicicletta" per l'uso di tale mezzo che portava agganciati ai lati due grossi tini di alluminio contenenti il latte da distribuire. Il latte, considerato un alimento di lusso, giungeva nelle case direttamente dalla stalla e quindi non sterilizzato; per tale motivo, a volte, era causa di malattie. Le donne di casa, per evitare inconvenienti portavano il latte ad ebollizione più volte. C'è da dire che non tutti si potevano permettere di acquistare quotidianamente il latte, che per alcuni era un alimento "di lusso". Vivo è il ricordo e la figura di alcuni nostri compaesani che tutte le mattine passavano per le case, a rifornire le famiglie del latte appena munto. Certo quelli erano altri tempi! Tempi di tanta povertà ma in cui regnavano l'onestà e il rispetto per gli altri. Chissà se oggi troveremmo ancora intatte le bottiglie di latte fuori dalla nostra porta. Il progresso e la tecnologia hanno modificato il nostro modo di vivere. Anche per il mestiere del lattaio deve esserci il recupero della memoria che lentamente sbiadisce fino alla cancellazione. Soltanto se la memoria resiste possiamo salvare una parte della storia della nostra gente, possiamo salvare la nostra storia locale, forse molto modesta, ma comunque la nostra storia. Con il passare del tempo l'industria del latte si è fortemente sviluppata ed ha fatto scomparire il lattaio che consegnava il latte a domicilio. Ora il latte lo si vende insieme a tanti altri prodotti nelle latterie o lo si trova nei supermercati. E le magagne sono all'ordine del giorno, nelle latterie e nei grandi negozi della distribuzione. Sono operatori economici senza scrupoli che si arricchiscono a discapito della salute del prossimo.
Michele Gismundo
Michele Rigato, E così fu. Attraverso il Novecento ricordi per l'Italia di oggi, Pianetalibero editore, Avigliano 2003
Saverio La Sorsa, Fiabe e novelle del popolo pugliese, Edizioni di Pagina, Bari 2014
Michele Gismundo
Michele Rigato, E così fu. Attraverso il Novecento ricordi per l'Italia di oggi, Pianetalibero editore, Avigliano 2003
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