È l'amore disarmato che cambia il mondo
Politica e cultura
Mihály Munkácsy, Cristo davanti a Pilato, 1881
Pilato, l'uomo che detiene il maggior potere in Gerusalemme,
e il giovane rabbi disarmato: l'uno di fronte all'altro, di fronte alla storia
del mondo.
Tu sei il re dei giudei?
Possibile che quel galileo dallo sguardo limpido e diritto
sia a capo di una rivolta, che ne nasca un pericolo per Roma?
No, quell'uomo inerme è un pericolo per i complotti del
sinedrio, per i giochi dei politici: ti hanno consegnato a me, vogliono
ucciderti.
Cosa hai fatto?
Gesù mi commuove con il suo coraggio, con la sua statura
interiore, mentre fa alzare sul pretorio un vento regale di libertà e fierezza.
E adesso apre il mondo di Pilato, lo dilata, fa irrompere un'altra dimensione,
un'altra latitudine del cuore: il mio regno non è di questo mondo, dove si
combatte, si fa violenza, si abusa, si inganna, ci si divora. Nel mio regno non
ci sono legioni, né spade, né predatori. Per i regni di quaggiù, per il cuore
di quaggiù, l'essenziale è vincere, nel mio Regno la cosa più importante è
servire. Il mio regno appartiene ai poveri, ai limpidi, ai liberi, agli
artigiani della pace e della giustizia... Sono venuto per far sorgere i re di
domani tra i piccoli di oggi. «Sono venuto nel mondo, per testimoniare un'altra
verità».
La parola di Gesù è vera proprio perché disarmata, non ha
altra forza che la sua luce. È lì davanti, la verità; è quell'uomo in cui le
parole più belle del mondo sono diventate carne e sangue, sono diventate vere.
Oggi non celebriamo la salita al trono del padrone del
mondo, Gesù non è questo: lui è l'autore e il servitore della vita. Che ci
cambia la logica della storia attraverso la rivoluzione della tenerezza, parola
ultima sul senso della nostra esistenza e, insieme, sul cuore di Dio.
Allora, chi è il mio re? Chi il mio Signore? Chi da ordini
al mio futuro?
Io scelgo lui, ancora lui, il nazareno, con la certezza che
il nostro contorto cuore, questa storia aggrovigliata, stanno percorrendo,
nonostante tutte le smentite, un cammino di salvezza. Perché Dio è coinvolto, è
qui, ha le mani impigliate per sempre nel folto di ogni vita. Pilato prende
l'affermazione di Gesù: io sono re, e ne fa il titolo della condanna,
l'iscrizione derisoria da inchiodare sulla croce: questo è il re dei giudei.
Voleva deriderlo, e invece è stato profeta: il re è visibile
là, sulla croce, con le braccia aperte, dove dona tutto di sé e non prende
niente di nostro. Potere vero, quello che cambia il mondo, è la capacità di
amare così, di disarmato amore, fino all'ultimo, fino all'estremo, fino alla
fine.
Venga il tuo Regno, Signore, e sia bello come tutti i sogni,
sia intenso come tutte le lacrime di chi visse e morì nella notte per forzarne
l'aurora.
Ermes Ronchi novena.it