Dionigi Donadio con quella passione della grafica e del disegno - GRAVINAOGGI

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Dionigi Donadio con quella passione della grafica e del disegno

Politica e cultura


Dionigi Donadio nasce a Gravina in Puglia il 4 giugno 1901 da Michele e Grazia Amendolara. È il primogenito di cinque figli (Dionigi, Vito, Raffaele, Angela, Pietro). Il 2 dicembre 1929 sposa Maria Barrucchelli dalla cui unione nascono Grazia e Francesca. Si dedicò pienamente alla sua famiglia, al suo adorato lavoro di orologiaio, alla sua passione per la grafica e il disegno, fino a farne una sua ragione di vita. Gigino, così lo chiamavano tutti, riservò notevole attenzione alla chiesa, realizzando diverse opere artistiche a carattere religioso,nonché stemmi di vescovi, tra cui quello del Cardinale di Napoli Michele Giordano, già amministratore apostolico di Gravina, Irsina e Altamura nel 1971. Scrisse anche poesie. Seppe far crescere nel suo animo l'amore del bello, il rispetto per le altrui opere, la modestia quasi esagerata per la propria, la perseveranza nelle difficoltà. "Destinato come il nonno e il padre a impresa artigianale da orologiaio, nessuno gli parlò d'arte e di pittura come professione, tranne mio padre che lo ebbe fra gli allievi prediletti", scrisse il prof. Angelo Amodio. "I suoi disegni così realistici, dettagliati e minuziosi nella esposizione dei particolari, hanno gli umori e i sapori di una cultura contadina alla quale pare essere assai legato. La successione di scorci panoramici, di ambienti domestici e di squarci campestri con scene bucoliche, catturano la nostra immaginazione trasportandoci in un mondo idilliaco", scrisse Mimma Petrafesa in occasione di una mostra di Dionigi Donadio nel 2002 presso l' Archeoclub di Gravina. Gigino visse tutta la sua vita con la figlia Grazia e i suoi amatissimi nipoti. Si spense il 2 ottobre 1979. Tantissime le testimonianze sulla figura e sulle opere di Dionigi Donadio. Tra le tante:
Mons. Aldo Forzoni - "Durante gli anni del mio ministero episcopale nelle sedi di Gravina e Irsina (1953-1962) molti furono gli incontri con Dionigi Donadio e sempre edificanti furono le impressioni ricevute. Era certamente un uomo dalle profondità interiori calme e tranquille, ma di una sensibilità simile a una superficie di laghetto alpino, che ogni alito di vento increspa e turba, anche se per breve tempo. I suoi disegni nella precisione delle rifiniture, nella cura di ogni pur minimo particolare, dicono quanto Egli fosse osservatore e come e quanto amasse la sua Città, la sua gente e le tradizioni locali. Non so quanto la sua modestia, il suo agire discreto e prudente abbia inciso in questo tempo tumultuoso e superficiale, ma la richiesta fattami di parlare un poco di Lui mi allarga il cuore e mi convince che non tutto è perduto del bene che si fa, della scia che lascia un uomo che si premura più di essere che di avere".
Prof. Angelo Amodio - "Una versatilità straordinaria lo induceva a ritenere il disegno come il suo principale impegno con i suoi profili arcaici, carrettini con asinelli, paesaggi che assumono finezza e pregi che talvolta incantano. Ritraeva e componeva un mondo poetico tutto particolare, gentile ed inconfondibile per tecnica del tutto personale. I tanti disegni folkloristici, le impressioni a penna, le miniature, le pergamene, non saranno per lui che un'intima soddisfazione, un relax dopo il paziente lavoro".
Prof. Araldo Arciuli - "Ha dato un valido contributo alla cultura grafica del nostro paese. Volenteroso e infaticabile, si è avvalso, per coprire tanto spazio, di strane categorie architettoniche, di archi e loggiati a infilata, sempre sorretto da un'estrosa e facile vena, lasciando agire i personaggi secondo le esigenze delle attività e delle fatiche del suo tempo".
Prof. Michele Murgese - "Dionigi Donadio ama la sua terra. Le bianche case raggruppate in una pavida difesa, i vicoli stretti e acciottolati, la teoria d'archi a tutto sesto e rampanti, i chiostri romanici dal muto silenzio, il rupestre paesaggio grigio traforato, i campestri abbeveratoi sciabordanti, il contadino nell'inseparabile compagnia dell'asino, il pastore assorto in un magico pensiero e tante altre cose animano la sua preziosa materia, pur in microscopica misura e in un tratteggio millimetrato. Il fruitore, stupefatto da tanta bravura, si ridimensiona psicologicamente e con la fantasia entra in un mondo lillipuziano vivendo le gratificanti sensazioni del magico e del fiabesco".
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