Dio regala gioia a chi costruisce la pace
Politica e cultura
Cosimo Rosselli, “Il discorso della montagna”, Musei
Vaticani Roma
Se non siamo come sonnambuli, questo Vangelo ci dà la
scossa. «Sono venuto a portare il lieto annuncio ai poveri», aveva detto nella
sinagoga, eco della voce di Isaia. Ed eccolo qui, il miracolo: beati voi
poveri, Il luogo della felicità è Dio, ma il luogo di Dio è la croce, le
infinite croci degli uomini. E aggiunge un'antitesi abbagliante: non sono i
poveri il problema del mondo, ma i ricchi: guai a voi ricchi. Sillabe sospese
tra sogno e miracolo, che erano state osate, prima ancora che da Gesù, da Maria
nel canto del Magnificat: ha saziato gli affamati di vita, ha rimandato i
ricchi a mani vuote (Lc 1,53).
Se Gesù avesse detto che la povertà è ingiusta, e quindi
semplicemente da rimuovere, il suo sarebbe stato l'insegnamento di un uomo
saggio attento alle dinamiche sociali (R. Virgili). Ma quell'oracolo profetico,
anzi più-che-profetico, quel “beati” che contiene pienezza, felicità,
completezza, grazia, incollato a persone affamate e in lacrime, a poveracci,
disgraziati, ai bastonati dalla vita, si oppone alla logica, ribalta il mondo,
ci obbliga a guardare la storia con gli occhi dei poveri, non dei ricchi,
altrimenti non cambierà mai niente.
E ci saremmo aspettati: beati voi perché ci sarà un
capovolgimento, un'alternanza, diventerete ricchi. No. Il progetto di Dio è più
profondo. Il mondo non sarà reso migliore da coloro che hanno accumulato più
denaro. «Il vero problema del mondo non è la povertà, è la ricchezza! La
povertà vuol dire libertà del cuore dai possessi; libertà come pace con le
cose, pace con la terra, fonte di
ogni altra pace.
Il ricco invece è un uomo sempre in guerra con gli elementi,
un violento, un usurpatore, il primo soggetto di disordine del mondo.
Non sono i poveri i colpevoli del disordine, non è la
povertà il male da combattere; il male da combattere è la ricchezza. È
l'economia del mondo ad esigerlo: senza povertà non c'è salvezza rispetto al
consumo delle fonti energetiche, non c'è possibilità di pane per tutti, non
rapporto armonioso con la vita, non fraternità, non possibilità di pace.
Appunto, non c'è beatitudine e felicità per nessuno. Perché non v'è pace con la
terra, con le cose, con la natura. Non c'è rispetto per le creature» (David
Maria Turoldo).
Beati voi... Il Vangelo più alternativo che si possa
pensare. Manifesto stravolgente e contromano; e, al tempo stesso, vangelo
amico. Perché le beatitudini non sono un decreto, un comando da osservare, ma
il cuore dell'annuncio di Gesù: sono la bella notizia che Dio regala vita a chi
produce amore, Dio regala gioia a chi costruisce pace.
In esse è l'inizio della guarigione del cuore, perché il
cuore guarito sia l'inizio della guarigione del mondo.
Ermes Ronchi, novena.it