Dio, non c'è nessun altro a cui affidare la nostra vita
Politica e cultura
Luca Signorelli, comunione degli apostoli, 1512, Chiesa
superiore del Gesù a Cortona
Giovanni mette in scena il resoconto di una crisi drammatica.
Dopo il lungo discorso nella sinagoga di Cafarnao sulla sua carne come cibo,
Gesù vede profilarsi l'ombra del fallimento: molti dei suoi discepoli si
tirarono indietro e non andavano più con lui. E lo motivano chiaramente: questa
parola è dura. Chi può ascoltarla?
Dura era stata anche per il giovane ricco: vendi tutto
quello che hai e dallo ai poveri.
Dure le parole sulla montagna: beati i perseguitati, beati
quelli che piangono.
Ma ciò che Gesù ora propone non è una nuova morale, più
ardua che mai, ma una visione ancora più rivoluzionaria, una fede ancor più
sovversiva: io sono il pane di Dio; io trasmetto la vita di Dio; la mia carne
dà la vita al mondo.
Nessuno aveva mai detto “io” con questa pretesa assoluta.
Nessuno aveva mai parlato di Dio così: un Dio che non versa
sangue, versa il suo sangue; un Dio che va a morire d'amore, che si fa piccolo
come un pezzo di pane, si fa cibo per l'uomo.
Finita la religione delle pratiche esterne, dei riti, degli
obblighi, questa è la religione dell'essere una cosa sola con Dio: io in Lui,
Lui in me.
La svolta del racconto avviene attorno alle parole
spiazzanti di Gesù: volete andarvene anche voi?
Il maestro non tenta di fermarli, di convincerli, non li
prega: aspettate un momento, restate, vi spiego meglio.
C'è tristezza nelle sue parole, ma anche fierezza e sfida, e
soprattutto un appello alla libertà di ciascuno: siete liberi, andate o
restate, ma scegliete!
Sono chiamato anch'io a scegliere di nuovo, andare o
restare. E mi viene in aiuto la stupenda risposta di Pietro: Signore da chi
andremo? Tu solo hai parole di vita eterna. Tu solo. Dio solo. Un inizio
bellissimo. Non ho altro di meglio. Ed esclude un mondo intero. Tu solo. Nessun
altro c'è cui affidare la vita. Tu solo hai parole: Dio ha parole, il cielo non
è vuoto e muto, e la sua parola è creativa, rotola via la pietra del sepolcro,
vince il gelo, apre strade e nuvole e incontri, apre carezze e incendi. Tu solo
hai parole di vita. Parole che danno vita, la danno ad ogni parte di me. Danno
vita al cuore, gli danno coraggio e orizzonti, ne sciolgono la durezza.
Danno vita alla mente perché la mente vive di libertà e di
verità, e tu sei la verità che rende liberi. Vita allo spirito, a questa parte
divina deposta in noi, a questa porzione di cielo che ci compone. Parole che
danno vita anche al corpo perché in Lui siamo, viviamo e respiriamo; e le sue
parole muovono le mani e le fanno generose e pronte, seminano occhi nuovi,
luminosi e accoglienti.
Parole di vita eterna, che portano in dono l'eternità a
tutto ciò che di più bello abbiamo nel cuore. Che fanno viva, finalmente, la
vita.
Ermes Ronchi novena.it