Cenni sulla storia della città di Gravina in Puglia
Città e territorio
L’ubicazione di Gravina in Puglia, sull’antica strada statale che collega Bari a Potenza e a Napoli è strategica. Al centro di due regioni: la Puglia e la Basilicata. Quindi, importante nodo di collegamento fra le città che si affacciano sul Mar Adriatico e i centri interni della Basilicata. Ma anche al centro del sistema dei tratturi, come l’importante tratturo regio Castellaneta-Melfi che collega il Mar Jonio al Monte Vulture e quindi alla Campania. Tratturo che ricalca il tracciato della romana Appia Antica, la strada consolare che da Roma arrivava a Brindisi. La felice posizione geografica, la ricchezza del territorio e la disponibilità di acqua, hanno favorito la presenza dell'uomo sin da tempi remoti. I primi insediamenti umani risalgono al quinto millennio avanti Cristo, cioè al Paleolitico, con l’uomo che viveva in perfetta simbiosi con l’ambiente che l’ospitava. Tant’è vero che già nell’età del ferro nasce un esteso agglomerato sulla collina di Botromagno, che si trova in prossimità dell'attuale abitato. Tra l'VIII e il IV secolo a.C., questa città conosce un periodo di particolare floridezza culturale ed economica, anche per effetto dell'intensificarsi delle relazioni con il mondo greco. Verso la fine del periodo greco la città, denominata Sidion, si dota di poderose mura e conia moneta propria, qualche esemplare è custodita presso la Fondazione Pomarici Santomasi. Conquistata dai romani nel 305 a.C., diventa, con il nome di Silvium, importante centro agricolo e commerciale lungo la via Appia. Distrutta dai Vandali di Genserico (456), gli abitanti si rifugiano nelle grotte che costeggiano il torrente Gravina, avviando quel mirabile e complesso ciclo storico che va sotto il nome di Civiltà Rupestre, delineando, così, l’evoluzione urbanistica della città che raggiunge il massimo splendore nei quartieri medievali e rinascimentali. Dopo alterne vicende, che vedono Gravina contesa tra i popoli che dominano l'Italia Meridionale per la sua posizione strategica rispetto alle grandi vie di comunicazione, e dopo il massacro portato a termine dai Saraceni nel 999, diviene feudo dei Normanni (1069). Sotto la loro signoria, per ridare dignità all'antichissima sede vescovile, viene costruita la magnifica Basilica Cattedrale. Nel 1133 Gravina passò sotto Ruggero II che la dette in feudo a Bonifacio d'Aleramo. Federico II, ritenendola eccellente stazione venatoria, dà incarico all'arch. Fuccio di progettare e realizzarvi un castello per uccellagione. Con gli Svevi la città viene elevata alla dignità di sede della Curia Generale di Puglia e Basilicata. Poi passò sotto gli Angioini, con Carlo II d'Angiò, che nel 1294 concede alla Università di Gravina il ripristino della antichissima fiera da tenersi nel giorno della festività di San Giorgio. Fiera che ancora oggi rappresenta un importante momento economico per la commercializzazione dei prodotti agricoli ed artigianali di tutte le regioni meridionali. Seguirono altri feudatari tra i quali il Duca di Durazzo e per quattro anni anche il re di Ungheria. Nel 1423 diventa feudo degli Orsini che ne conservano il possesso fino al 1810, quando Napoleone soppresse il lungo periodo feudale che aveva caratterizzato la Penisola Italica. La famiglia Orsini assicurò a Gravina stabilità amministrativa e un forte impulso economico e culturale. Tant’è vero che gli Orsini arricchirono la città di molti edifici, che poi sarebbero diventati monumenti insigni e addirittura unici nel mondo come il ponte-viadotto sul torrente “gravina”, la Chiesa del Purgatorio, la fontana monumentale. Senza dimenticare la creazione dell’Accademia detta dei Famelici, che a partire dal 1666, nel palazzo Orsini, richiamò intellettuali provenienti anche dalla Campania. A questa famiglia appartiene uno dei più importanti pontefici, Pier Francesco Orsini, elevato al soglio pontificio con il nome di Benedetto XIII, nel 1724, dopo essere stato arcivescovo di Manfredonia, di Cesena e di Benevento. Papa che indisse il giubileo del 1725 ed è ancora ricordato per la costruzione della scalinata di Trinità dei Monti a Roma, la fondazione dell’Università di Camerino, la creazione dei monti frumentari. E’ in corso la causa di beatificazione. Nell'agosto del 1860 il primo tricolore italiano innalzato in Puglia, fu in questa città, ad opera di Pasquale Pellicciari. Da sottolineare, inoltre, che nell’Ottocento Gravina era ritenuta fra le più ricche città d'Italia. Tanto da contribuire, con 40 milioni di lire, alla costruzione, nel Nord Italia, di scuole, strade, ferrovie.
Michele Pizzillo