Canio Musacchio (1866-1909)
Città e territorio
Canio Musacchio, una storia straordinaria, in cui la passione e il coraggio di un uomo sono stati in grado di invertire le sorti di tanta gente. Una storia fatta di sacrifici, di privazioni, di un protagonismo nato dal basso, dalle spelonche e dai tuguri in cui vivevano ammassate centinaia di persone alla stregua di bestie. Una storia di un uomo che ha trasformato la miseria in speranza, proiettando il popolo di Puglia e di Lucania verso un mondo più equo e solidale. La vita di Musacchio è un percorso di cittadinanza attiva, di uomini e donne che sono usciti dai meandri dell'ignoranza per creare, attraverso le lotte e il sacrificio, una maggiore consapevolezza di se stessi, un mondo nuovo, che è il nostro mondo. I giovani sappiano da dove veniamo e costruiscano con passione e coraggio la strada verso un futuro fatto di lavoro, dignità, legalità, onestà (Salvatore Albano in Canio Musacchio. La passione e il coraggio, il Grillo Editore). Canio Musacchio, un gravinese (1866 - 1909), un sindacalista ed un politico italiano. Primo sindacalista meridionale. Compiuti gli studi elementari e ginnasiali nella città natale, e quelli liceali ad Altamura, si trasferì a Roma ove si laureò in giurisprudenza. Dopo aver letto gli scritti di Carlo Marx si avviò verso la dottrina socialista e a Gravina fondò la prima sezione del PSI, cosi come fece in altri paesi della Puglia e della Basilicata. Fu fondatore della Federazione Socialista Pugliese e l'artefice, nella provincia di Bari, del movimento delle leghe di resistenza. Partecipò nel settembre del 1897, quale rappresentante dei socialisti di Puglia e Basilicata, al V Congresso Nazionale del PSI, tenutosi a Bologna. Nel 1901, a Bologna, durante il Congresso Costitutivo della Federterra, venne eletto nel comitato centrale della Federazione, quale unico rappresentante dei lavoratori agricoli pugliesi. Fu fondatore e segretario della Camera del Lavoro di Bari dalla fondazione sino al 1902, quando fu eletto primo sindaco popolare della città di Gravina e consigliere provinciale, opponendosi agli antichi privilegi dei proprietari terrieri. Per la sua attività politico-sindacale, fu denunciato e processato circa quaranta volte e subì il carcere, dal quale usci cosi debilitato da essere colto dalla morte nel 1909 a solo 43 anni. I suoi meriti saranno ricordati, dopo la sua morte, anche da giornali locali "costituzionali", e lo stesso Corriere delle Puglie, giornale filogovernativo, riconoscerà nella persona dell'avv. Musacchio "...un'ottima mente direttiva".