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Città e Territorio
Pagina a cura di Vito Raguso
Pensiamo all'arte casearia della produzione del formaggio pecorino, della manteca, della ricotta, dei latticini freschi, del pallone e del fallone. Pensiamo alla produzione della salsiccia secca a punta di coltello, preparata dai macellai di grande bravura e che insieme a questo squisito e inimitabile salume, hanno fatto conoscere la ventresca aromatizzata con peperoncino e spezie, arrotolata con la sua stessa cotenna; alla "p'zz'ntell", cioè una salsiccia più grassa del solito fatta con tutti gli scarti della produzione. Pensiamo al pane di Gravina , completamente differente da quello dei centri vicini, fatto con la ricetta classica di farina, acqua e lievito, a forma di treccia e che si mantiene fragrante per diversi giorni, che non diventa mai vecchio. Pensiamo al sasanello, dolcetto ottenuto da farina impastata con vincotto e che i panificatori di Gravina lo fanno così buono che è addirittura unico. Pensiamo ai taralli e tarallini, nonché ai biscotti da latte. Pensiamo alla produzione di pasta secca, alla produzione dell''olio extravergine estratto da olive coltivate secondo il sistema dell'agricoltura biologica, considerato che negli oliveti di Gravina non vengono utilizzati concimi chimici per non alterare le caratteristiche organolettiche e le peculiarità salutistiche dell'olio. Pensiamo al vino, il doc Gravina, uno dei pochi vini pugliesi ottenuti da uve di antica presenza sul territorio regionale, come il Greco di Tufo e la Malvasia bianca, utilizzate nell'uvaggio per produrre questo splendido ed elegante vino adatto per accompagnare pietanze di pesce ma anche latticini freschi.