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Città e Territorio
Pagina a cura di Vito Raguso
Il Pallone (provolone) di Gravina in Puglia è un formaggio semiduro a pasta cruda filata, prodotto con latte bovino intero, è prodotto essenzialmente nella zona di Gravina in Puglia e della Murgia. Veniva prodotto, originariamente, in provincia di Bari tipico dell'area di Gravina da cui prende il nome. Negli ultimi anni la produzione è concentrata in provincia di Bari, anche se la tradizione è ancora viva nell'area della Murgia. La tecnica di produzione è analoga a quella del Caciocavallo: raggrumato il latte con caglio liquido di vitello o in pasta di agnello o di capretto e acquisita la cagliata, la si raccoglie e la si fa stazionare sul " tompagno " . Quando la pasta ha raggiunto l'acidità voluta, si taglia a fettine, e si fila con acqua calda. Nella fase di formatura, però, si dona alla pasta la caratteristica forma a palla. Nel momento successivo alla salatura in salamoia i palloni sono posti ad asciugare per circa 15 giorni nello stesso luogo di creazione e poi asciugati in cantina. La scorza è dura, liscia, robusta, di colore paglierino che tende al castano o al grigio-bruno con la stagionatura; la pasta è filata, cruda, liscia, di colore paglierino che tende al dorato con la stagionatura, con eventuale leggera occhiatura. il peso varia da 1, 5 a 10 Kg. Consumato come prodotto da tavola, è soprattutto apprezzato se stagionato almeno un anno.
La filiera della lavorazione del latte a Gravina e sul territorio dell'Alta Murgia, rappresentano una tradizione antichissima. Infatti, Gravina è stata stazione importante sul tratto Bradanico -Tarantino. Tutta la capacità lattiera che veniva dai bestiami era usato per la lavorazione di formaggi pecorini e vaccini con la produzione, soprattutto, di pasta filata. Esempi importanti sono i latticini freschi: fior di latte, mozzarella, stracciatella, nodini, trecce, manteca (burrino) e burrate; ma anche e soprattutto gli stagionati come il Pallone di Gravina. Importante citare, a tal proposito i corredi funebri rinvenuti nelle tombe del parco archeologico di Botromagno; all'interno delle tombe sono state rinvenute grattugie per il cacio o gratta-cacio, risalenti al VII secolo a.C. periodo di dimora Peuceta. Viene consumato a tavola come antipasto, come companatico: molto popolare è il panino provolone (pallone) e mortadella in Puglia e Basilicata. Può essere sciolto per guarnire o elargire maggiore sapore alle pietanze. Può essere consumato fresco, già dopo appena 20 giorni dalla sua produzione, ma è soprattutto apprezzato se stagionato almeno tre/quattro mesi. La stagionatura gli permette di acquisire maggiore piccantezza e pregio.