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Gravina in Puglia Particolare Hydria

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Il museo della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi è costituito dall’intero palazzo secentesco del Barone con tutti gli arredi e le raccolte in esso contenuti. Il secondo piano ospita, fra le altre, la Mostra archeologica “Aristocrazia e mito”. Inaugurata del 1995, previo accordo con la Soprintendenza Archeologica della Puglia, la mostra permanente intitolata “Aristocrazia e mito”, permise di esporre per la prima volta a Gravina i reperti più prestigiosi rinvenuti con gli scavi nelle varie aree archeologiche della città, soprattutto a Botromagno. Attraverso i corredi esposti, databili dal VII al IV secolo a.C. , si leggono i primi segni dei contatti con il mondo greco nei piccoli vasi protocorinzi e corinzi, ed i primi segni di distinzione sociale: fibule,ornamenti in ambra, avorio, argento.I vasi di provenienza coloniale, le ceramiche daune, enotrie e peucete documentano la vastità dei rapporti. Il successo di tale iniziativa, resa nota con la pubblicazione del volume “Silbion una città tra greci e indigeni” di A. Ciancio, ha evidenziato un dato scientifico di grande rilevanza storica: insieme a pochi altri centri quali Ruvo, Ceglie e Rutigliano, Gravina registra per l’età classica, fra V e VI secolo a.C., la più cospicua concentrazione di preziose e monumentali ceramiche attiche e protoapule a figure rosse, deposte in strutture tombali che assumono l’aspetto e le dimensioni di un monumento, semicamere lapidee con pareti spesso dipinte. E’ il significativo segnale dell’emergenza di una classe sociale dominante, di un importante ruolo assunto dall’antica Silbion in questo distretto interno della Peucezia, della nostra centralità nella fitta rete di comunicazioni e commerci, di cospicua ricchezza e, insieme,di elevato livello di ricezione della cultura greca nelle sue forme più raffinate. Nel corredo della tomba n. 3/1994, fra gli altri vasi attici e protoitalioti, spicca per dimensioni monumentali e raffinatezza della raffigurazione il grande e raro cratere a volute del Pittore di Boreas, la cui scena principale riporta, in una inconsueta variante, il mito del sacrificio di Ifigenia. La tomba n. 1/1974 ha restituito uno straordinario complesso di vasi attici e pèrotoitalioti le cui raffigurazioni, rimandano al mondo omerico : la vestizione di Ettore sul Kantharos del Pittor di Eretria; Bellerofonte su un’anfora del Pittore di Gravina; la caccia al cinghiale calidonio e, forse, l’Ambasceria a Sparta di Paride sul grande cratere a volute. La tomba n. 2/1994, nella parte non depredata, ha restituito speldidi vasi del Pittore di Amykos: sull’hydria il mondo omerico ritorna con gli eroi che difendono Patroclo morent; il cratere entra nel mondo di Dionisio che conduce all’immortalità nel segno dei suoi riti misterici. Su un cratere di via San Vito Vecchio, Dionisio, quale signore degli Inferi, accoglie Eracle al banchetto riservato ai suoi adepti che conduce nel mondo dei beati: Le mostre allestite nella Fondazione Pomarici Santomasi e nel Muse Civico Archeologico preludono a percorsi espositivi più completi , complessi ed adeguati alla immensa e ricca realtà archeologica di Gravina in Puglia.

dott.ssa Giuseppina Canosa

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