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San Michele delle Grotte

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Gravina in Puglia Chiesa rupestre San Michele delle Grotte


Scavata in un unico ed enorme masso di tufo granulare, la chiesa-grotta di San Michele, è circondata da una serie di piccole grotte. La volta, formata da una sola pietra, e' sorretta da 14 pilastri naturali di forma quadrangolare, che dividono la chiesa in cinque navate. Nella navata centrale furono eliminati due pilastri, fu creato un ampio spazio, dove i fedeli potessero sostare durante le cerimonie liturgiche. La riduzione del volume di alcuni pilastri o addirittura l’eliminazione di uno di essi nel vestibolo, causarono l’indebolimento dell’intera struttura. Onde evitare il crollo del soffitto della grotta furono necessari interventi di rinforzo e di ripristino, che compromisero, però, l’originaria armonia architettonica.
Dalla Cripta di San Michele, si accede ad una grotta attigua dove, secondo la leggenda, si consumò l’eccidio dei gravinesi da parte dei Saraceni durante la terza incursione nel 999 come si legge dall'epigrafe posta sulla parete della stessa grotta. I resti dei martiri gravinesi sono stati conservati nella stessa grotta fino a qualche anno fa, quando furono trasferiti, insieme ai resti rinvenuti nella Cripta di San Marco, una parte nell’ossario del cimitero comunale e altri nella Chiesa di San Bartolomeo. E' probabile, però, che, quando la chiesa-grotta fu sconsacrata, essa fu adibita a cimitero insieme alla cripta di san Marco e questo spiegherebbe l'enorme quantità di ossa rinvenute.
L’8 maggio, Gravina cattolica celebra la “festa di San Michele Arcangelo” protettore principale della nostra città, insieme a San Giuseppe e san Filippo Neri. Una devozione da tempo immemorabile, minimo del 500 dopo Cristo. Quando nel 456 il vandalo Genserico distrusse la nostra antica città, allora denominata Petramagna, i nostri antenati, si legge nelle visite pastorali del 1700, si rifugiarono nelle grotti sottostanti, sui bordi del torrente la “gravina”. Lì scavarono nel tufo formando abitazioni e chiese rupestri. Una di queste, scavate nel tufo, la fecero a cinque navate. Entrando, sulla sinistra, presso il muro, al centro è situato l’altare dedicato a san Michele Arcangelo. “La mensa è di tufo e la statua dell’Arcangelo San Michele, nella nicchia, è scolpita su pietra del monte Gargano, con un decente sotto grado di mazzero”. Sulla sinistra il secondo altare in onore di San Gabriele, eretto dal vescovo Cavalieri (1690-1705) di pietra detta trofino. Il terzo, sulla destra, ad onore di san Raffaele, eretto come il secondo, a spese di Mons. Cavalieri. Quindi sul muro a destra di chi guarda gli altari, in alto, nel muro, c’era un quadro dipinto su mattoni. E’ rimasto solo un mattone e il quadro deve essere quell’effige della madonna che si trova a Solfora, con la denominazione di “Madonna della Consolazione". Più al centro era situato un altro altare dedicato all’Angelo Custode, fatto costruire da Mons. Cavalieri, mons. Lucino (1718-1725) trasferì l’altare nella sacrestia della Cattedrale, sul piano; era la quarta cattedrale con ingresso sul lato sinistro della statua di papa Benedetto, con due rosoni: uno sul rione Piaggio e l’altro su piazza Benedetto XIII.

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