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Politica e cultura
Talvolta, nel mentre s'è immersi nelle delizie della carne, capita che l'anima inspiegabilmente si lasci catturare da una improvvisa tenerezza mille volte più piacevole della stessa concupiscenza, e. . .
Patrun Savèrje, sceso da Montepeloso per contrattare direttamente una partita di grano con don Salvatore, dopo "u calarjdd" di zia Rosa, vincendo il rossore, s'è concesso una visitina abbasso al Chiancone dalla bella Carmelina di cui ha appena sentito esaltar le virtù.
La donnaccia, ammaliatrice, bella secondo la carne, con le nari trepidanti, la bocca socchiusa, il petto traboccante, all'attenta sua osservazione muta d'espressione: le labbra, distendendosi, rivelano una misteriosa sofferenza; gli occhi, ingranditi, sono stranamente umidi e pieni di bagliori. Quel prurito che l'ha da lei condotto, non è più solo passione; una indefinibile, delicata sensazione affettiva l'avvolge siccome una deliziosa tiepidezza e ne suscita commozione.
Patrun Savèrje si sente turbato fin nel fondo dell'anima; con dolcezza le prende la mano e, posandosela sul cuore: "Che ne diresti di dare un calcio a questo turpe tuo mestiere? Sai, io son solo al mondo e... ho tanto bisogno d'un affetto che sia sincero. Quel che sei stata sino a qualche attimo fa non mi riguarda, né mai, ti giuro, ti rinfaccerò il passato. Vuoi spendere il resto della tua vita accanto a me? Bada bene, non da mantenuta, da moglie."
Nulla è più giovevole al cuore sconfortato dell'assicurazione di mandare ad effetto le proprie fantasie. Quello sconosciuto, dall'apparenza galantuomo, le sta offrendo, così, su di un piatto d'argento, nientedimeno che il salvacondotto per una vita dignitosa.
...e Gesèpp?
La masseria, da quelle parti di Tolve, è grande e trascurata, ma padrona Carmelina è una brava massaia.
Andrea Riviello, "Piaggio", Matera, 2003