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Città e Territorio
Pier Francesco Orsini nacque a Gravina il 2 febbraio 1650 da Ferdinando III e da Giovanna Frangipane della Tolfa, figlia del duca di Grumo. Fu primogenito dei 6 figli dei duchi di Gravina. Fu battezzato il giorno 3 febbraio da monsignor Attilio Orsini, vescovo di Montepeloso (Irsina) mentre lo tenevano al fonte battesimale un Pignatelli di Spinazzola, fratello del futuro papa Innocenze XII, e la duchessa Mannaini d'Acerno. Compì i suoi primi studi nel monastero dei Domenicani di Gravina studiò logica con Niccolò Antonio di Fura e fisica col padre Giacinto Ferrari. Quest'ultimo lo indusse a vestire l'abito dei domenicani, che indossò la prima volta nel convento di S. Domenico di Venezia il giorno di S. Chiara dell'anno 1667. Contro la volontà della madre e dei suoi parenti divenne frate domenicano col nome Vincenzo Maria Orsini, rinunziando al ducato gravinese a favore del fratello Domenico. A Gravina si circondò di giovani compagni di studio con i quali fondò l'Accademia dei Famelici. Come arcade fu iscritto all'Accademia degli Spensierati, qui riscosse gli elogi e l'ammirazione di Giacinto Gimma che nel 1703 gli dedicò una biografia nell'opera Elogi accademici della Società degli Spensierati di Possano. Completò gli studi a Bologna sotto la guida dei padri Santini da lesi, docente di metafisica, Petrobelli da Brescia e Vincenzo da Venezia. Fu docente di filosofia a Broscia, ove si fece apprezzare come oratore per l'elogio funebre in onore del cardinale Barberini. Il 1671 fu ordinato sacerdote nelle sale del Quirinale dal cardinale Altieri e l'anno successivo fu nominato cardinale di S. Sisto da Papa Clemente X. Divenne protettore della Congregazione dei Canonici Regolari del SS. Salvatore, abate commendatario di S. Sofia di Benevento, prefetto della Sacra Congregazione del Concilio. Il 28 gennaio 1675 fu nominato vescovo di Manfredonia e Siponto; il 22 gennaio 1680 passò alla diocesi di Cesena; il 18 marzo 1686 divenne arcivescovo di Benevento. L'arcivescovo Orsini fu un abile amministratore delle diocesi, controllando costantemente con visite pastorali, impartendo ordini, correggendo devianze. Estese la sua attività all'intera collettività per alleviare la dilagante miseria, istituì il Monte frumentario per gli agricoltori poveri, il Monte dei pegni, il Monte per l'arte della lana a favore di operai e mercanti. A Benevento fece costruire un acquedotto per servire i cittadini di acqua corrente dopo il disastroso terremoto. Egli è passato alla storia come papa archivista perché si preoccupò di far raccogliere, ordinare e conservare tutte le fonti degli archivi ecclesiastici e laici delle sue diocesi. Il suo Synodicon Sanctae Beneventanensis Ecclesiae (1695 e 1724) raccolse tutte le costituzioni edite in 37 sinodi dal 1680 al 1722. Il 29 maggio 1724 fu eletto papa col nome di Benedetto XIII mantenendo la carica di arcivescovo di Benevento, dove nominò suo vicario amministratore monsignor Pompeo Sarnelli, vescovo di Bisceglie. Questi sin dal 1679 era stato scelto come aiutante e collaboratore del cardinale Orsini, che seguì nei vari trasferimenti nelle diocesi di Manfredonia, di Cesena, di Benevento. Monsignor Sarnelli fu il primo biografo dell'Orsini e dai suoi scritti si rilevano molti particolari della personalità umana ed ecclesiastica del cardinale e papa Benedetto XIII. Benedetto XIII, da papa, continuò la sua attività pastorale. Emanò regole per la riforma del clero, proibì ogni abuso e persino l'uso delle barbe e delle parrucche; abolì il gioco del lotto. Preso dal suo misticismo non curò attentamente gli affari di governo e finì per concedere piena fiducia ai suoi collaboratori e, specialmente, al cardinale Nicolò Coscia, che in brevissimo tempo organizzò un vergognoso traffico di favoritismi, riuscendo a coprire le cariche più influenti con i suoi aderenti, preoccupandosi di arricchirli. Nel 1725 Benedetto XIII celebrò il Giubileo. Ribadì la bolla di Clemente XI Unigenitus contro il Giansenismo e ottenne che in Francia il principale suo esponente il cardinale De Noailles facesse atto di sottomissione con tutti gli appellanti. Nel 1727, continuando l'azione di protezione degli archivi, emanò la bolla Maxima Vigilantia a cui aggiunse precise istruzioni per la conservazione delle fonti di tutti gli enti ecclesiastici. In quello stesso anno istituì l'Università di Camerino. Si oppose energicamente a Giovanni V, re di Portogallo, che pretendeva di nominare cardinali di corona. Morì il 21 febbraio 1730 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria sopra Minerva dei Padri Domenicani.
Prof. Fedele RAGUSO
Gravina in Puglia - Piazza Benedetto XII