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Città e Territorio
Gravina in Puglia - Via Ludovico Maiorana
Nacque in Gravina nel 1543. Si laureò in Filosofia, Teologia e Giurisprudenza. Fu ordinato presbitero nell'Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi. Divenuto ben presto un ottimo oratore, dal pontefice Pio VI fu scelto in qualità di Teologo del Concilio di Trento. Fu anche, per il suo ordine, Abate della Casa di San Pietro ad Aram di Napoli, della Casa di Parete sempre a Napoli.
Don Ludovico fu un insigne latinista e teologo e nel 1572 ottenne di pubblicare un lavoro teologico sul vero culto di Dio dal titolo "Clypei militantis ecclesiae", in tre volumi. Indirizzò ai Padri del Concilio tridentino una orazione dal titolo "De optimo republicae statu". Nel 1576 fu eletto Priore del monastero di Santa Maria di Piedigrotta in Napoli che resse, alternandosi con don Ippolito Caracciolo, fino al 1583. Nel 1581, per i suoi meriti, fu preconizzato vescovo e destinato alla Sede di Castellamare di Stabia, vacante dal 1577. Sebbene la Bolla pontificia fosse munita del Regio Exequatur, il neo-vescovo dovette protrarre il suo ingresso per un'agitazione tra l'Università e alcuni nobili locali che pretendevano reggere le aste del pallio sotto il quale il Vescovo sarebbe entrato processionalmente in Diocesi. Vincitori furono il sindaco e l'Università che ressero il pallio la domenica del 9 luglio 1581, giorno in cui Ludovico Maiorana entrò per la prima volta in Diocesi sul dorso di un cavallo. Ebbe un gran da fare come vescovo: nel 1583 consentì la residenza nella sua Diocesi ai frati Cappuccini; intervenne al Concilio provinciale presieduto dall'Arcivescovo di Sorrento. Nel 1584 si ammalò gravemente tanto da fare testamento. Nel 1585 celebrò un Sinodo diocesano il cui tema principale fu l'istituzione di un Monte di Pietà per l'aiuto ai ceti più deboli.
Al Maiorana va il merito di aver ricostruito la Cattedrale di Castellamare che trovò semidiruta al suo ingresso; il 22 novembre 1587 benedisse la prima pietra. Aggiunse alcune dignità in seno a quel Capitolo. Nel 1590, il 12 agosto, mons. Ludovico fece nuovamente testamento ordinando, in caso di decesso, se ciò avveniva in Diocesi, di essere sepolto in Cattedrale. Nel caso di morte a Napoli, scelse come luogo della sua sepoltura la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta.
Non è certa la data della sua morte. Il 27 agosto risulta ancora vivo. Probabilmente cessò di vivere prima del 6 settembre, data in cui la Diocesi era governata dal Vicario. Del vescovo, che aveva dato beneficio al Capitolo e alla Chiesa stabiese con elargizioni, non fu annotata la morte nel registro parrocchiale della Cattedrale.