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Politica e cultura
Com'ogni sera Carlucce è lì, in quella stradina detta -chi lo sa perché- "de Gesin ", addossato al muro dirimpetto all'abitazione della sarta Nicoletta. Non è solo. Poco distante, fasciati di mezzombra, tre giovanotti discorrono a bassa voce, assorti, in modo circospetto.
È dicembre, e nell'aria pungente vagano i grati vapori prenatalizi. Chi va per strada è premuroso, chi sta in casa è accosto al fuoco. Dai vetri appannati solo ombre, indefinite, confuse. Ogni tanto uno spruzzo di polvere di neve, ...l'atmosfera incantata d'un Natale bianco.
Il freddo è aspro, ma il cuore del giovane calcarolo è caldo: l'amor che lo tiene trascura qualsivoglia fastidioso agente esterno.
È sera fatta quando, strillando com'è nell'uso loro, le sartine s'affacciano nella stradina.
A Natale è abitudine mostrare il vestito nuovo, dimodoché i giorni precedenti son di di fuoco e fiamme per i sartori.
Amoroso, prontamente Carlucce s'accosta a Sisina. Ma non fa in tempo a dirle "ciao!" che ecco i tre giovani sbarrargli il passo e, senza pronunciar parola, prendere a colpirlo a pugni e calci alla cieca, in modo bestiale, sino a lasciarlo mezzo morto a terra. Tuttavia prima d'allontanarsi, il più cattivo e infervorato dei tre, sputandogli in faccia, così l'ammonisce: "Chiss sò pe mò! Ci t'avèss apezzechè n 'alta volt atturn a la uagnèdda maj... Tann po'fatt le crusce! pezzentoun chiascioir!".
Non un grido, non un soccorso, nemmeno un rallentar il passo da parte di Sisina.
... indifferenza; la più sconcertante, la più vile.
Carlucce è lì lì per gridarle dietro "puttoin!", ma il disgusto - o la delusione?- è tale da tramutar in incontenibili singhiozzi lo sdegno di un amore tradito.
L'amore?! Una gravina che scorre fin che piove; le cui acque, mai chiare, son variabili: l'acqua nuova scaccia sempre la vecchia.
Andrea Riviello, "Piaggio", Matera, 2003