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Politica e cultura
La notte, certi mobili parlano. Dicono del tempo, ch'è solo un'astratta successione di momenti, un inganno della mente; della vita, ch'è un sospiro del tempo, tante vite fan il tempo; e del mondo, un minimo del nulla abbandonato nel nulla. E gemono. E si chiedono, e chiedono, perché le cose create che son prodotto dell'illusione voglion poi possedere il tempo.
I lamenti di queste creature prive d'anima, ma, chissà, forse non di sentimenti, danno all'insonne Masino l'occasione di perdersi, pure lui, in analisi esistenzialistiche e congetture tanatologiche. Naturalmente considera e ipotizza colla capacità sua di giudizio d'adolescente. Quello del nuovo Masino è un caso psicologico particolare. Non già perché derelittoe desideroso d'una vita diversa. Ma perché questo suo bisogno d'uscir di miseria, di farsi uomo e operar da uomo, è sentito da lui come un'anomalia, un qualcosa che lo pone al di fuori della
consuetudine piaggiara. Si sente estraneo al rione, incompatibile con i suoi coinquilini, impermeabile alla loro condizione. La considerazio
ne che maggiormente l'attizza è il sillogismo che gli certifica nello stesso tempo l'essere e il dover essere: "cammino, quindi sono; se sono,
posso; se posso, devo". Sta scoprendo l'altra realtà, la realtà psichica: quell'insieme di desideri, d'illusioni e di verità rinchiuso nelle segrete della coscienza.
Proiettatosi all'esterno in cerca di soddisfazione, l'ostinato orfanello non ha trovato impiego. Per sostenersi ha dovuto discostarsi da quel che detta la dignità virile: s'è prestato come acquaiolo con compenso in pane e formaggio.
Masino però teme che questo piegarsi al bisogno gli possa esser fatale; non deve dare il suo sogno in pasto al mostro che lo minaccia. Qualcosa non funziona tra lui e il mondo di fuori: ma cos'è? La malformazione che l'affligge, la giovane età, l'esser solo, o cos'altro?... e se poi non gli riuscisse di realizzarsi?
Il tarlo s'è saziato. La vecchia credenza si richiude nello sconforto, a dormire i suoi sonni legnosi senza sogni.
Andrea Riviello, "Piaggio", Matera, 2003