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Città e Territorio
I nostri contadini ci tenevano alla potatura degli alberi, specie degli ulivi. Il potatore bravo era ricercato e ben pagato. Il suo lavoro era molto importante per l'attività contadina, perché anche da lui dipendeva la quantità e la qualità del raccolto; veniva chiamato periodicamente per dare agli alberi una "spuntatina" dei rami, e quindi permettere agli stessi di ricrescere, per cercare di aumentare la produzione e migliorare la qualità dei frutti. Il potatore doveva possedere una notevole conoscenza delle piante e dei loro cicli di fioritura e fruttificazione, oltre che degli arnesi adatti alla loro potatura. Il potatore operava con l'uso di forbici "la fuirc" o coltelli particolari da innesto sui rami giovani, invece adopera la sega "la serr" e l'accetta piccola "l'accittud" solo per modificare o correggere la forma della chioma, affinché i rami vecchi e grossi fossero sostituiti da quelli nuovi. L'intervento era annuale, e di solito prima di operare attendeva la raccolta delle olive, delle mandorle, delle ciliegie, ecc. Oggi questo mestiere sta via via scomparendo del tutto, visto che l'uso di macchinari permette ai titolari delle aziende un notevole risparmio di costi di gestione e di tempo. Ma non è la stessa cosa. In passato il potatore si spostava per le campagne con un mulo, accompagnato da una scala "la schoil" alta a seconda dell'altezza dell'albero da spuntare. Al termine del lavoro si raccoglieva la legna ottenuta dai rami tagliati e spesso un altro operaio (ragazzo apprendista) produceva della carbonella. Il potatore era anche esperto di innesti, cioè trapiantava germogli di piante più giovani, che davano frutti di maggiore qualità. Mediante un taglio con un coltello, il potatore creava una fessura nella quale impiantava il germoglio; in seguito questo veniva protetto grazie a dei fili di erba o spago che venivano legati in corrispondenza della fessura. L'uomo sin dalle sue prime esperienze di agricoltore ha sempre cercato di 'guidare' le piante da frutto e favorire una produzione più abbondante. Da una intervista ad un anziano potatore: "Ho iniziato a quindici anni guardando e affiancando mio padre, così ho imparato presto e molto facilmente. Un tempo si aveva tanta voglia di imparare le cose della campagna. A me piace molto potare, perché ti da la soddisfazione di ammirare i tanti frutti della stagione successiva, specialmente se il frutteto è il tuo. Il potatore deve amare la terra e la campagna, perché può dare tanta opportunità lavoro. I giovani agricoltori hanno il dovere di seguire i corsi di potatura per una dignitosa professione di agricoltore".