Menu principale:
Città e Territorio
Il mestiere di giornalaio è in estinzione? I siti web prenderanno il posto dei giornali quotidiani? Domande ricorrenti perché i lettori si informano sempre più su internet. Quasi tutti i giovani ormai leggono sul web le informazione di cui hanno bisogno. E il mestiere di giornalaio, uno dei mestieri più tradizionali, storici, sta infatti vivendo un periodo di forte crisi. I quotidiani si vendono sempre di meno. E solo nella città di Bari, negli ultimi quattro anni, le edicole che hanno deciso di chiudere sono state una quarantina su 140 esercenti. Calo ovunque del fatturato. Gli stessi rivenditori di giornali, nel confermare la presenza di una forte crisi del settore, riferiscono quello che si sentono dire dai loro clienti: "perché andare a comprare un giornale che dà le notizie solo dopo ore che i fatti sono avvenuti quando su internet si possono leggere notizie in tempo reale, si può scegliere tra varie fonti e il tutto in maniera gratuita?". Forse, i giornali sportivi, i settimanali femminili e alcune riviste specializzate, non risentono ancora della crisi. Ma fino a quando? La vita dei giornalai è stata, una vita sacrificata, dalle 12 alle 13 ore al giorno di impegno, in quei chioschetti molto piccoli, in estate con il caldo, la vita non è era delle più comode. E a proposito di chioschetti, in piazza della Repubblica, difronte al Palazzo del Principe, c'era l'edicola Damiani, un chiosco ben rifornito di quotidiani e giornali di ogni tipo. Un' intera famiglia di giornalai che lavorava dalla mattina alla sera, tutti i giorni dell'anno, a vendere giornali. La città di Gravina ricorda questa famiglia. Ci racconta Bruno Damiani, nipote, che "la famiglia Damiani era formata da nove figli, papà Nicola (titolare dell'edicola) con la moglie Ripalta Corbo, i figli Giovanni (Consigliere Provinciale PCI), Michele, Carlino, Franchino e Luciano, le figlie Maria, Lidia, Antonietta e Giuseppina, tutti abitanti nell'ex convento di Santa Teresa (cumment d' santa'tarois). In quel chioschetto di piazza della Repubblica hanno trascorso una vita, a vendere giornali, fino al 1990". E quella era la piazza dei comizi dei partiti politici, ove hanno tenuto discorsi uomini politici, statisti come Aldo Moro e Giuseppe Di Vittorio. I quotidiani venivano consegnati direttamente a domicilio, la mattina presto, come arrivavano da Bari con la ferrovia Calabro Lucana (oggi FAL). Un altro rivenditore di giornali e riviste a Gravina era il giornalaio Nolasco, in piazza Sammichele. Nicolino, con la moglie e figlio lavoravano tutto il giorno, anche la domenica, per mantenere la famiglia. E in via Matteotti c'era il giornalaio Salvatore Parrulli, un galantuomo, generoso con tutti, disponibile a dare e a ricevere dignità, specie dal ceto meno abbiente. E l'attività di Torino continua tutt'oggi, con il figlio Vincenzo, sulla stessa via Matteotti. Questo mestiere è in estinzione. Le nuove frontiere della comunicazione, con i suoi rivoluzionari sistemi, con la velocità e il fascino dei suoi strumenti, ci condizionano giorno per giorno. E tornare indietro è proprio impossibile.
Michele Gismundo