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Il fischietto allucinato

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Gravina in Puglia La Cola Cola


Contrariamente all'animale, che reagisce istintivamente al momento, l'essere umano è capace di prefigurarsi mentalmente i pericoli, siano essi reali o immaginari. In questo modo, se li considera al di sopra delle proprie forze, o la sua ansia di fronte ad essi raggiunge livelli fuori del normale, quasi per esorcizzarli, l'essere umano si abbandona alla pratica superstiziosa, cioè a una risposta irrazionale dal punto di vista scientifico, ma rassicurante dal proprio punto di vista, poiché attraverso tali comportamenti si pensa di allontanare eventi infausti o propiziarsi un destino favorevole: "Lo spirito umano, anche il più illuminato, serba sempre un angolo o dove stanno nascoste le orride chimere della credulità, dove si appendono pipistrelli della superstizione" .
È il caso del variopinto fischietto bitonale, dalla tradizionale forma di galletto allucinato. I fischietti in terracotta, prodotti in tutte le parti del mondo, sia con finalità ludica sia apotropaica , rappresentano un valido contributo alla conoscenza di importanti aspetti culturali delle civiltà del passato di ogni continente.
In Italia esistono diverse zone in cui sono prodotti fischietti apotropaici, ogni luogo però ha nella propria tradizione e cultura l'uso di denominazioni, colorazioni e forme diverse per contraddistinguere il proprio fischietto . A Gravina si chiama la "Cola Cola" (còula-còule in dialetto gravinese), e il suo nome deriva dal nome assegnato dai gravinesi alla gazza (Pica Caudata), abituale frequentatrice dei boschi dell'agro gravinese.
Sin dalla preistoria l'atto del fischiare ha avuto un notevole valore comunicativo: "Il fischio è [..] imitazione del suono degli uccelli o di altri animali sibilanti, una forma di comunicazione radicalmente diversa dal linguaggio umano e in quanto tale barbarica, nel senso che al termine davano i Greci. Il più antico significato del fischio è quello di contestazione. Al punto che nella Bibbia è già codificato come punizione mandata da Dio. Secondo il Libro dei Re il Signore minaccia di fare di Israele lo zimbello di tutte le genti e di far piovere fischi sul popolo eletto se si fosse messo ad adorare altro Dio all'infuori di lui" .
Il fischietto, per contro, assume una forte qualità apotropaica, cioè propiziatoria e anti-malocchio. Il fischietto alle origini altro non è che un richiamo, usato in tante circostanze, dai pastori fino ai bambini che giocano, ma nel tempo ha acquistato proprietà apotropaiche di buon augurio e di scaccia pensieri.
Non è possibile stabilire quando il fischietto abbia acquisito la valenza di oggetto apotropaico più che strumento funzionale, quando cioè intorno a esso si sono raccolti riti e significati simbolici di portafortuna. Certamente i fischietti di terracotta, così come sono arrivati a noi, hanno origine antichissime, che possiamo far risalire alle tradizioni artigianali del mondo classico.
Proprio la fisionomia di un gallinaceo potrebbe essere l'origine delle sue "qualità" apotropaiche. Il gallo è un animale sacro a Esculapio, e quest'ultimo, grazie al Cristianesimo, è stato scalzato dall'Arcangelo Michele . La sua originaria struttura ovoidale, a forma di gallinaceo, pur mantenendosi integra nel tempo, è mutata nei decenni associandosi a un piedistallo di forma troncoconica.
Ma il gallo, nelle culture pagane e in quelle popolari, è anche simbolo di sessualità: l'analogia tra la potenza virile e il fischio bitonale tipico di un uccello, è inequivocabile, forse per il senso che il sibilo assume in natura, quando usato dai maschi di alcune specie animali come richiamo alle femmine per l'accoppiamento. Da qui la "qualità" propiziatrice del "galletto", simbolo della fertilità, non a caso sino alla metà del secolo scorso era offerto in dono agli sposi il giorno delle nozze.
L'evocazione della fertilità è richiamata anche dalla sua varietà di colori, che assurge a un significato legato al culto ancestrale della natura e della sua vitalità che si rinnova nella ciclica esplosione della primavera. L'argilla con cui sono impastati, poi, li lega alle radici di ogni civiltà, sia pagana (la madre-terra da cui tutto trae origine) sia cristiana (la materia con cui fu creato l'uomo nel racconto della Bibbia). La realizzazione lo lega direttamente ai simboli della terra: tre sfere d'argilla opportunamente modellate e connesse tra loro danno corpo al "magico" oggetto, poi si passa all'asciugatura all'aria, alla coloritura e al passaggio nel fuoco, elementi della natura questi che si legano indissolubilmente nell'oggetto che, a questo punto, si crede, diviene "soprannaturale".
Il fischietto di terracotta di Gravina si presenta nella forma di un iridescente uccello allucinato, anche se ? come riferito ? è la stilizzazione di un animale meno variopinto, la gazza o, in dialetto, la Cola Cola appunto. Gravina probabilmente accolse il culto dell'indovino Calcante o del medico Podalirio, quest'ultimo figlio della divinità Esculapio, proprio nella chiesa-grotta dedicata all'Arcangelo a Gravina . Questa potrebbe essere l'origine della superstizione gravinese legata alla Cola Cola.
Oggi il fischietto si ripropone rinnovato nelle forme, nei colori, ingrandendosi, arricchendosi e ospitando sul dorso fiori, frutti, animaletti, uccellini e altri piccoli fischietti, pur restando oggetto magico, poetico, a volte grottesco o comico, sempre trasgressivo.
Nel nostro tempo assume il simbolo delle trasgressioni quotidiane, in quanto non si limita a emettere il fischio, ma contiene anche la maschera (i colori e l'atteggiamento quasi allucinato del galletto), cioè la grottesca rappresentazione di una realtà che si vuole beffare.
Renzo Paternoster


  • Valletta N. La Cicalata, così cit. da De Martino E., Sud e magia, Feltrinelli, Milano, 1982, (or. 1959), p. 159.
  • L'aggettivo apotropaico (dal greco apotrépein = "allontanare") è attribuito a un oggetto o persona atti a scongiurare, allontanare o annullare influssi maligni.
  • In Italia, dal Nord al Sud, un po' tutte le regioni vedono la presenza di fischietti apotropaici, seppur in alcuni paesi vi è una maggiore concentrazione o una tradizione più marcata. É il caso dell'Abruzzo con Anversa e Castelli, del Lazio con Roma, del Veneto con Nove, della Sicilia con Caltagirone e Sciacca, della Basilicata con Matera, della Puglia con Grottaglie e Rutigliano. Sull'argomento cfr. Manfredini M., Fischietti di terracotta nella tradizione popolare italiana, Pacini Fazzi, Lucca, 1989.
  • Niola M., Fischiare è dialogare, l'Unità, 26 settembre 2005, p. 11, cit. da Quagliozzi A. E., Riletture. Del fischio, "Tracciati. Rivista alla ricerca della scuola", settembre 2005.
  • Cfr. Jeanguenin G., Le Prince des Anges. Saint Michel, Paris, Librairie Pierre Téqui, 2002, trad. it., San Michele. Il Principe degli Angeli, Milano, Jaca Book, 2003, pp. 49-51.
  • "Podalico […] continuava l'opera paterna, quindi non si può escludere l'idea che forse, tanto al Gargano, quanto a Gravina, si trattasse di un tempio di questo dio della medicina", Granieri T., San Michele delle grotte. I "Balloni" e la "Canzone" di san Michele a Gravina tra storia e leggenda, Eurografica, Gravina in Puglia (Bari), 2002, p. 9.

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