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Il cucipiatti - "u conza piatt"

Città e Territorio

Gravina in Puglia "u conza piatt" - il cucipiatti

Un antico mestiere, "u conza piatt" - il cucipiatti


Era colui che riparava i piatti quando si rompevano. Siamo nel secondo dopoguerra e a Gravina girava per le vie del centro storico un anziano signore che tutti chiamavano "piatt rutt" (piatto rotto). All'epoca c'erano piatti grandi d'argilla dove la minestra veniva servita a tutti. Tutti mangiavano dallo stesso piatto e veniva sicuramente penalizzato il più lento. Quando si rompeva un piatto in famiglia era una tragedia, perché comprarne uno nuovo era praticamente impossibile. Erano sicuramente altri tempi, e quando il piatto si rompeva veniva riparato con una sorta di cucitura effettuata con filo di ferro che si faceva passare tramite buchi ricavati da un trapano a corde con la punta di un chiodo impastato con sostanza cementante. Riparava piatti dalla mattina alla sera, "piatt rutt". E per richiamare l'attenzione della sua presenza sulla strada, gridava a squarcia gola: "u piatt rutt, u piatt rutt". Riparava i piatti, che le massaie gli passavano, stando seduto per terra. Era un rituale bello da guardare, da curiosare per le abilità che possedeva quell'artigiano, un uomo da ammirare per il risultato che riusciva a raggiungere: tutti i piatti riparati tornavano alla loro funzionalità, per pochissime lire di spesa. Molti piatti venivano riparati diverse volte. La miseria si faceva sentire in tante famiglie di gravinesi. E i bambini, lieti, si attardavano a rientrare a casa perché incantati dalle operazioni dall'artigiano. Ma spesso lo stesso artigiano era considerato lo spauracchio dei bambini, infatti questi, appena sentivano il gridare del cucipiatti per le strade, scappavano via andando a nascondersi nei punti più strategici. Faceva la parte del cattivo soprattutto per i bambini più vivaci, infatti i loro genitori, pur di ottenere un minimo di quiete, impaurivano i piccoli dicendo che l'artigiano cuciva la bocca dei bambini cattivi (curiosità tratta da wikimatera.it). Gli utensili che adoperava erano: il trapano a corde, il filo di ferro, il cemento e la tenaglia. Si dava così sfogo alla propria inventiva e alla propria abilità pur di riuscire a guadagnare qualcosa per portare avanti la famiglia. Una storia, questa, che ha vissuto momenti molto alti in tante città italiane, nel sud in particolare. E cosi questi antichi mestieri sono scomparsi completamente. Ma a scomparire è anche una certa qualità della vita nei centri storici, è anche la maestria, il gusto raffinato nel costruire oggetti, nel produrre beni e servizi con grande passione e professionalità.

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