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Città e Territorio
Un antico mestiere, il barbiere "u varvjr". Erano molti i barbieri a Gravina in Puglia che avevano la "Sala da Barba" quasi tutti nelle piazze del centro storico o nelle immediate vicinanze. Il mestiere del barbiere era un lavoro di tutto rispetto, svolgeva diverse attività. A Gravina diversi barbieri curavano anche le onoranze funebri, fungevano da postini per inviti e partecipazioni nuziali, curavano biglietterie e documentazioni aeree e navali per l'America, costituivano orchestrine per matrimoni e feste danzanti, anche perché molti barbieri erano musicisti. Un'altra attività del barbiere era quella di esercitare prestazioni mediche e infermieristiche, come il salasso, pratica di pertinenza medica mediante sanguisughe o cava denti. La principale attività era quelle di radere la barba, spuntare i baffi e tagliare i capelli. Tale compito veniva svolto principalmente nelle botteghe, mentre per i benestanti e i sacerdoti veniva svolto a domicilio. Un tempo esisteva il barbiere da strada, che possedeva soltanto una bicicletta, portava con se vecchi utensili, con tanto di annaffiatoio e un recipiente smaltato come lavandino. Utensili vecchi e obsoleti, ma che riuscivano a fare un ottimo lavoro anche allora, offrendo la possibilità ai nostri nonni di andare in giro belli, profumati e ordinati. E ai bambini si usava rasarli per strada. La bottega del barbiere era la tana dei pettegolezzi, con argomenti più svariati di politica, sport, cronache e donne. Il barbiere era l'uomo più profumato del paese. E quando si passava davanti al suo locale "la putè du varvjr" tutti rallentavano il passo per scrutare all'interno il cavalluccio per tagliare i capelli ai bambini, gli specchi enormi, le grandi poltrone sistemate davanti allo specchio e i calendari a muro con la foto degli attori famosi. Le indicazioni su come tagliare i capelli al bimbino venivano fornite dai genitori, quasi sempre semi-rasati, al fine di evitare un ritorno a breve. La bottega del barbiere emanava un bel profumo che inondava uomini e donne che passavano da quelle parti. I barbieri e in occasione delle festività natalizie, offrivano alla clientela i calendarietti tascabili profumati, con immagini di belle ragazze E le mance erano assicurate. Tra forbici e rasoi i barbieri del paese erano sempre allegri e pimpanti. La Domenica e nei giorni di festa la piazza del paese si riempiva di uomini vestiti con l'abito migliore e con le cravatte arcobaleno. Anche i ragazzi erano vestiti a festa, portavano i capelli come il barbiere e qualcuno anche i baffetti. Con andatura lenta, da guappi, camminavano con una mano in tasca e nell'altra una sigaretta che fumavano con lentezza. Questi giovanotti aspettavano le ragazze che, ben addobbate a festa, camminavano lentamente per essere ammirate e scelte tra sguardi e sorrisi maliziosi. Il turno di chiusura delle Sale da Barba era sempre di lunedì, quando il paese si spopolava. E Il sabato successivo, o l'altro ancora, al rientro degli operai o dei contadini il primo contatto con la civiltà si aveva dal barbiere. A Gravina molti ricordano i vecchi barbieri come Calzulidd , P'tnacch, Figaro, e tanti altri "personaggi". Si discuteva di fatti accaduti e ciascuno raccontava le proprie esperienze di vita. "Sotto il prossimo", esclamava il barbiere, mentre sventolava la stessa tovaglia appena utilizzata per il precedente cliente. In qualche Sala da Barba poteva capitare di incontrare dei musicisti che, con la fisarmonica o la chitarra, intrattenevano gli habituè con canti popolari della tradizione locale. Così il tempo passava piacevolmente, mentre ad un angolo qualcuno giocava a carte. Una piccola tenda arricciata divideva la sala da barba da un piccolo retrobottega. Ma ecco che tutto cambia quando arriva il progresso: acqua corrente, lampadine al neon e poltrone girevoli in pelle. Niente più bivacchi e racconti. Era finita un'epoca. Era finito il tempo di ascoltare le storie raccontate dagli anziani. A Gravina erano proprio tanti i barbieri. Erano gli anni del dopoguerra. In quel tempo l' abbandono scolastico toccava punte elevate. Così i ragazzi venivano avviati all'apprendistato, nelle botteghe degli artigiani e dei barbieri, per evitava il girovagare in mezzo alla strada. E intanto questi ragazzi imparavano un mestiere, si emancipavano da quell'umile e faticoso lavoro nei campi o nelle masserie. Ma il forte esodo dei contadini dalle campagne (anni Sessanta e Settanta) ridusse notevolmente il lavoro degli artigiani in generale. Molti giovani lavoratori abbandonarono gli antichi mestieri ed emigrarono in Germania o al Settentrione. I più fortunati furono assunti come portantini all'ospedale o come bidelli nelle scuole. E così molte "Sale da Barba" chiusero battenti. Oggi quella del barbiere è una professione, di impegno, di aggiornamento, specie per il taglio dei capelli ai giovanissimi, taglio così stravagante e sempre più particolare. E' la moda, esclamerebbe qualcuno.
Michele Gismundo