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Politica e cultura
Il mattino è limpido e dolce. Il muschio che lì e là fa tappezzeria ai vecchi muri è gonfio, e verde verde. Il pianto della notte s'è rasciugato, permane solo in alcuni cantucci angusti e bui.
Contento del sole, "il popolo dell'abisso" è fuor dall'abitazioni, a nettar cicorielle, a sciorinare, a spaccar le fave, a ripezzare, ...a inventarsi maldicenze per ingannare la monotonia propria e altrui. Per l'aria, tra gli altri, un odore di cipolle - son tanti quelli a cui piacciono accompagnate a un morso di pane caldo - e la dolcezza amara dei canti delle fanciulle.
Si sta così, distrattamente, a sentire, a dire e fare, quando l'inatteso sbuca dalla porta della "musspezzut". È proprio lei, cuma Mariucce, in singolare abbigliamento di rispetto. Cent'occhi, abbarbagliati, l'osservano, la squadrano, l'esaminano, la considerano, la contemplano; e prima che la fortunata, tutt'orgogliosa, abbia mosso il secondo passo, il vicinato femmina le si appressa vibrante di curiosità. Più d'una con tocchi falsamente riguardosi si spinge a palparla, a carezzarla. E poiché il bene altrui sempre dispiace, con quel bel sentimento che non devia dalle buone abitudini paesane, subito la lingua attacca, e vellica, e punge, e istiga.
La "muss pezzut" sa che deve una spiegazione, qualsisia, tranne la giusta; allora, dacché s'è esagerato in malignità, simulando sincerità, se ne esce con la favoletta del monacello a cui Ferdinando, il marito, è riuscito a strappare il berrettino rosso e che ha ottenuto per restituirlo, proprio come vuole la leggenda, una lauta ricompensa.
... "Ma vèffèngul!-... " è la scontata risposta gridata all'unisono.
Quindi, borbotton borbottoni l'aggruppo si svolge dall'abbraccio: le vicine son scosse, livide di rabbia; i passi lenti, trascurati, giacché nella loro smania la delusione è succeduta alla speranza. L'azione della comare è parsa quasi come un'offesa grave, per lo meno non degna della vecchia amicizia. Lei, "la musspezzut", sa bene quanto si goda coi sensi e con lo spirito il sapere d'altri. . . .
E stan quasi per ripigliare l'incombenza tralasciata, quando dall'angolo della via spuntano i carabinieri.
-"ah, mò a me capiti"-
Andrea Riviello, "Piaggio", Matera, 2003