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Città e Territorio
LA VERA DENOMINAZIONE DEL NOSTRO SANTUARIO
Carissimi Amici Gravinesi, quest’anno, il 25 settembre scorso, abbiamo ricordato e celebrato, senza rimorsi e “si dice”, il 15° anniversario dell’Incoronazione della “MADONA DELLA GRAZIA”, in piazza San Pietro, fatta dall’amabilissimo Papa Giovanni Paolo II, alle ore 12.55, alla presenza del nostro indimenticabile Padre e Maestro di vita, Mons. Tarcisio Pisani e 600 pellegrini gravinesi, devoti della Nostra Madonna, Patrona della nostra Città. Avvenimento unico nella storia della nostra Diocesi. Il giorno dopo, L’Osservatore Romano, il quotidiano del Vaticano, a firma del giornalista Fancesco Valiante, riportava la cronaca del giorno prima: “Dalla Parrocchia di Santa Maria della Grazia, in Gravina (Bari),un pellegrinaggio di 600 persone, guidato dal Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Mons. Tarcisio Pisani, ha accompagnato un’artistica statua mariana che il Papa ha incoronato. L’effige, custodita nella Parrocchia Madonna della Grazia, sorta nel 1952, - mentre la chiesa è stata costruita nel 1602 e recentemente restaurata – è oggetto di particolare devozione da parte della popolazione locale. Con i fedeli era anche il Parroco Don Angelo Casino”. E’ ormai di dominio pubblico che la vera denominazione della nostra Chiesa Santuario è: “SANTA MARIA DELLA GRAZIA”, che il nostro popolo,“ab immemorabile”, nella sua lingua dialettale ha sempre chiamato e chiama: MADONNA DELLA GRAZIA, in dialetto: “ La Madònn’ d’ la Grazij”. I documenti scoperti nell’Archivio Segreto Vaticano, il 12 luglio 1990, Cart.374/A recitano così: Il primo è di Mons. Vincenzo Giustiniano, il fondatore della nostra Chiesa Santuario, scritto il 2 agosto 1612.: ”Esisteva un tempo fuori le mura della città una certa cappella campestre nella quale era dipinta alla parete l’immagine della Vergine Madre di Dio chiamata SANTA MARIA DE LA GRAZIA, alla quale ogni sabato un grande concorso di popolo si recava per ringraziare la Madonna per la grazia ottenuta, della quale la fama era nota a tutti, e il Vescovo trasportò l’immagine più vicina alla città e in suo onore eresse dalle fondamenta alla Santissima Vergine (questo) insigne tempio, e da che fu costruito l’insigne tempio è accresciuta la devozione alla Madonna non solo nella città di Gravina, ma in tutta la Provincia”. Nel 1608, Virgilio De Marino, nel suo opuscolo “Apprezzo della città di Gavina”, descrivendo le chiese della città, scrive: “fuora della detta città della porta di suso per distantia di passi 150 in circa vi è una ecclesia intitolata s. maria dela gratia, cominciata con bellissimo designo dal vescovo di detta città et non finita dove è ancora una comoda habitatione et vi si celebra ogni matina”. Nel 1614, succede a Mons. Giustiniano, fr. Agostino da Castelfidardo. Questi nella Relatio ad Limina, 1616, così scriveva: “Fuori anco di detta Città e una chiesa di S.ta Maria della Gratia distante dalla Città da un 3° di miglio, fabbricata con grandissima diligenza dal R.mo predecessore…”. Dopo la morte di Mons. Giustiniano, la cura pastorale della chiesa fu affidata al Capitolo Cattedrale. E nei Voti Capitolari del 13 dicembre 1614, si legge per quanto riguarda il “sussidio caritativo da dare al nuovo Vescovo: ”Per lo che si ordina tanto al procuratore ordinario del Capitolo quanto al procuratore di Santa Maria della Grazia, chiesa di questo Capitolo, che vogliono consegnare al tempo debito al predetto monsignore Reverendissimo suddetti ducati duecento”.(Arch.Cap. 1614). L’Abate Pacichelli, nella sua descrizione del “Regno di Napoli”, nel 1698, enumera le chiese “extra moenia”: tra questa, “La Madonna della Grazia” Nel 1710 la facciata del Santuario subì una variazione: con bugnatura coprirono la facciata con lo stemma del Vescovo Giustiniano: L’Aquila ad ali spiegate su tre torri e sotto i primo cornicione la scritta. “S.Mariae gratiarum Virgini Deiparae…”. Qualcuno, digiuno di storia, ritiene quella iscrizione “storica”, ignorando la vera denominazione; addirittura fu scritto che non c’è nessun accenno nei voti capitolari di Gravina, quando basta sfogliare gli scritti nell’Archivio Capitolare di Gravina dell’anno 1614 e leggere la vera storia. Ci fu un po’ di chiasso, ma alla fine LA STORIA E’ STORIA.NARRAZIONE, LETTURA DI FATTI VERAMNENTE ACCADUTI O DESCRITTI! E oggi è di dominio pubblico, senza invidia, che la vera denominazione è “MADONNA DELLA GRAZIA.! Un’altra considerazione sulla devozione mariana popolare: ab immemorabile i nostri Antenati hanno sempre chiamato e chiamano la chiesa di San Giovanni Evangelista: “Mater Gratiae”. In italiano:Madre della Grazia. E i vescovi e i Sacerdoti del tempo come mai non sono mai intervenuti? Nelle litanie lauretane, c’è l’invocazione: “Madre della Divina Grazia”. La risposta a chi ha il cuore sgombero di ogni grettezza! Dopo queste precise scoperte chi scrive scrisse subito al Vescovo diocesano, S.E. Mons. Agostino Superbo, la seguente richiesta: “Eccellenza Rev.ma, diversi anni fa, nell’Archivio Segreto Vaticano, ho letto la “Relatio ad limina” di S. E. Mons. Vincenzo Giustiniano, Vescovo di Gravina (1593-1614), riguardante la Chiesa “insigne”, ”Madonna della Grazia”, da Lui voluta e costruita. Il documento che accludo alla presente, recita così: “Extabat olim extra moenia…”.Dalla lettura si deduce che il vero nome della Chiesa è “Santa Maria della Grazia”. Con la presente La prego voler ripristinare, con decreto, la vera ed antica denominazione, che i Nostri Antenati e Nonni, tuttora, con linguaggio dialettale chiamavano e chiamano “La Madonna della Grazia”. Grato per quanto vorrà disporre, a nome di tutti i devoti e mio personale Le porgo cordialissimi ossequi. f.to Angelo Casino”. Il Vescovo fu trasferito a Roma, e il Suo successore Mons. Mario Paciello, il 28 aprile 1998 con nota prot 30/98 decretava il cambiamento di denominazione da Parrocchia “Madonna delle Grazie” a Parrocchia “Madonna della Grazia”. Mio carissimo Amico lettore: Chiunque Tu sia. La nostra Madonna della Grazia va sempre invocata per ogni nostra difficoltà e AMATA. La Madonna non ha figli e figliastri e ci aiuta, nella nostra ignoranza, in ogni campo. Invochiamola, recitando mattino, mezzogiorno e sera la preghiera dell’Angelus. Se vuoi la preghiera, passi dal Circolo la sera, e la preghiera è a tua disposizione. Siamo nel mese dedicato ai nostri Defunti. Per Essi, prima del fiore, del lumino al camposanto, il vero aiuto è la preghiera,fatta in grazia di Dio, cioè confessati.
Mons. Angelo Casino