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Città e Territorio
Chi era Arcangelo Scacchi? Il mineralista e cristallografo di fama mondiale. Gravina ne va superba per avergli dato i natali il 9 febbraio 1810. Orfano di madre, trascorse la sua fanciullezza sotto la guida dello zio Arcidiacono Domenico Scacchi. Compì i suoi primi studi tra l'ammirazione dei suoi condiscepoli e la stima meravigliata dei suoi professori, nei Seminari di Gravina e di Bari. Giovane diciassettenne, coperto di lode e di stima, nella città di Napoli frequentò le scuole di Anatomia e Chirurgia "con sommo impegno". Qui nel fiore della sua giovinezza, appena ventunenne, fu salutato dottore in medicina col massimo dei voti e della lode. Era il 23 giugno 1831. Già nel febbraio del 1829, così, "come per un diversivo", aveva conseguito la "Cedola in belle lettere". Ma il creato lo avvinceva ogni giorno, sempre più, col suo fascino irresistibile, attraente e lo invitava a scrutare i segreti nascosti nel suo triplice regno: animale, vegetale, minerale. Cedette alle lusinghe di esso e si tuffò con tutto il suo ardore giovanile attraverso una instancabile attività che ha del prodigioso. Mai stanco di pellegrinare, ora per l'Appennino Campano, ora per quello Calabro-Lucano, ora per le balze del Vesuvio e dell'Etna, alla ricerca di quei tesori che avrebbero portato tanta luce nel campo delle scienze naturali. Vennero così le sue prime pubblicazioni. Esordì in maniera originale con "Descrizione di tre nuove specie di Terebratule" e con "Notizie intorno alle conchiglie ed agli zoofiti fossili delle vicinanze di Gravina in Puglia". Volle cimentarsi in un concorso per cattedra in mineralogia e Direttore del Museo Mineralogico napoletano. Sbaragliò tutti, simile ad un gigante in terra di nani! Le associazioni, le più illustri Accademie e Società scientifiche gareggiarono, per averlo quale Membro illustre, tutti ambivano il suo nome e la sua firma. Ben presto la sua fama di dotto "in re naturali" varcò i confini della sua Madre Patria, l'Europa intera ammirò le doti di straordinario ingegno del nostro illustre concittadino. Ed ecco nominato membro della Società dei naturalisti di Francoforte sul Meno, della Società mineralogica di Jena, della Società dei Naturalisti della Nuova Granata, socio onorario della Società dei Naturalisti di Berlino, corrispondente della Società reale delle Scienze di Gottinga, socio ordinario della Regia Accademia Bavarese delle Scienze, socio attivo e poi onorario per acclamazione della Società imperiale Mineralogica di Pietroburgo, socio straniero dell'Accademia delle Scienze Ungheresi, Socio corrispondente della Reale Accademia delle scienze di Berlino, della Società Nazionale delle Scienze naturali di Cherburg, dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Francia. Oltre 150 nomine arricchirono ed onorarono il suo ingegno. La classica e nobilissima Atene, ancora vivo Scacchi, ne eternava la simpatica figura con un mezzo busto di marmo. Lo stesso si verificò in Germania. Senatore per meriti scientifici, insignito di cavallereschi titoli internazionali ed esteri. Il 9 febbraio 1891, ottantunesimo genetliaco e 50° anniversario di insegnamento, Gravina, sua patria, "ne festeggiò quel giorno con l'apporre una lapide - ricordo sulle mura ove "emise il primo vagito". Tutti gli Scienziati dell'Europa vollero essere presenti in questo anniversario con una pubblicazione su "Arcangelo Scacchi". "Fervente di amor di Patria", trattava cordialmente tutti i nostri concittadini che si recavano a Napoli, per affari o studi, a visitarlo. La sera dell'8 aprile 1847, leggiamo nei "Ricordi della mia vita", il Professore "condusse all'Altare la Degna Giovannina Cassola, dalla quale ebbe sette figli: Eugenio: mineralogista; Ernesto: ufficiale dell'Esercito ed Enrico; Giovanna, Maria Domenica, Emilia, e Giulietta, moglie del prof. Peppino Trotta di origine gravinese. Al dire dei Testimoni del tempo, oggi nonagenari, la moglie e i Suoi figli erano molto religiosi, ma il "Professore" subì l'ondata malsana della cultura dei suoi colleghi; era il tempo in cui la Massoneria "spirava veleno" contro la Chiesa. Nell'ottobre del 1893 Arcangelo muore in Napoli, compianto da tutti i suoi cari e da tutti gli scienziati dell'Europa. Fu sepolto a Poggioreale, in Napoli, nel cimitero Comunale, nella zona riservata agli uomini illustri. Ma senza troppo onore. Una mezza colonna porta inciso il suo nome e cognome, con relativa data di nascita e morte. Il grande mineralogista di fama mondiale, Federico Millosevich, nella sua classica "storia della Mineralogia", scrivendo di Scacchi, così si esprime: "Egli è stato il primo mineralogista italiano che si sia affermato con la sua opera in campo internazionale". Educatore di moltissime generazioni, maestro insigne per mezzo secolo, profuse dalla cattedra i tesori della sua vivida e penetrante intelligenza. Gravina volle tramandare ai suoi figli la figura di questo suo illustre scienziato, che tanto decoro e gloria procurò nel mondo della scienza, erigendo un busto in pietra nella piazza prospiciente la sua casa natia. Arcangelo Scacchi si è sviluppato e attuato fuori le mura della sua città. Tutti gli onori ricevuti, fuori le mura della sua città. A Gravina è rimasto solo il palazzo in cui nacque, venduto poi da un suo figlio ad altri. Ci auguriamo che non venga abbattuto e sul nuovo, poi, rimettano la lapide: "Qui è nato Arcangelo Scacchi", come è capitato ad altri.
Bibliografia tratta dalla relazione sul convegno "Chi era Arcangelo Scacchi?" tenuta da don Angelo Casino il 10/02/2010